«Non credo che sarò il candidato del centrosinistra alle comunali del 2016, non ci sono le condizioni politiche per un accordo con il Pd e non c’è la volontà da parte mia» ha spiegato ieri il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, durante la presentazione della sua associazione Dema. Non è l’embrione di un partito e neppure un movimento, ma il quartier generale della campagna elettorale per le comunali dell’anno prossimo. «Pensiamo di elaborare contributi critici di natura economica, sociale, politica». Lo schema sarà quello del 2011: pescare nell’elettorato di opinione, dalla sinistra ai moderati, persino i delusi di Fi. «Avrò un paio di liste civiche. Certo, se il Pd riproverà con le primarie sto tranquillo» ironizza de Magistris.

Sulle regionali di maggio insiste: «Né liste né indicazioni di voto, ne starò fuori, non vedo innovazione». L’intenzione è non ripetere l’esperienza della Lista Ingroia, meglio esercitare prudenza salvaguardando i rapporti istituzionali con il futuro inquilino di Palazzo Santa Lucia. Resta il nodo candidato governatore. I partiti riuniti nella sigla Sinistra alternativa insistono con l’assessore comunale alla Cultura, Nino Daniele. Il sindaco è contrario: «Non è e non sarà il mio candidato». Ieri sera c’è stato un nuovo incontro, all’ordine del giorno l’impegno di de Magistris nella campagna elettorale regionale, se pure in posizione defilata, e il candidato governatore. Insistere su Daniele provocherebbe uno strappo, con l’addio all’assessorato. «Siamo in campo contro il centrodestra – ha spiegato Salvatore Vozza, coordinatore regionale di Sel – ma anche contro il Pd che rischia di infilare la Campania in uno stallo istituzionale. Capisco la prudenza, ma tutti dobbiamo prendere posizione su questo. Chiediamo al sindaco di impegnarsi nei modi che riterrà di utilizzare. Per quanto riguarda Daniele, è una figura autorevole ma siamo disponibili a proseguire la ricerca». Potrebbe servire un candidato di superamento. Al Pd non è riuscito