Il debito pubblico italiano sfonda i 2.200 miliardi e tocca, in valori assoluti, un nuovo record a fine maggio: 2.218,2 miliardi, +3,9% dall’inizio del 2015 in termini assoluti (+83.3 miliardi). Fanno 37mila euro pro capite neonati inclusi. Il ministro Padoan respinge le critiche, sottolinea la stagionalità (vero) e ribadisce di notare il debito in rapporto al Pil, che il governo quest’anno prevede al 132,5%, in aumento rispetto al 132,1% dello scorso anno (è previsto al 120% nel 2019).

Il Tesoro, visto lo spread in discesa nei primi sei mesi, ne ha approfittato per mettere in cassa due terzi dei bond previsti per l’anno. Poi bisognerà vedere l’impatto, a giugno e luglio, delle dichiarazioni dei redditi e del «tax day» sulla casa del mese scorso.

Padoan ribadisce che la crisi greca non incrinerà i conti italiani. L’Italia non dovrà contribuire con nuovi fondi per la Grecia nel caso venga attivato un nuovo programma di salvataggio con il fondo salva-Stati Esm. «L’eventuale finanziamento della Grecia da parte del fondo Esm non comporta alcun esborso da parte dei singoli Stati membri», spiega il portavoce del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. «La quota di capitale Esm di competenza dell’Italia è già stata completamente versata nel 2014» e contabilizzata nel debito.