Lunedi’ Francia e Usa firmano un accordo di indennizzo per i deportati sopravvissuti (o le loro famiglie), trasportati verso i campi di concentramento dalla compagnia ferroviaria, la Sncf. La Francia crea un fondo di 60 milioni di dollari e le vittime riceveranno circa 100mila dollari a testa. La storia viene da lontano. Ci riporta agli anni di Vichy e alla collaborazione dello stato francese con la Germania nazista. Dalla Francia, sono stati deportati migliaia di ebrei, soprattutto stranieri, trasportati con autobus e treni della compagnia nazionale, la Sncf, 76mila ebrei tra il ‘42 e il ‘44. Solo 3mila sono sopravvissuti ai campi. La Sncf, società pubblica requisita dal regime di Vichy, nel 2011 aveva riconosciuto di essere stata “un ingranaggio nella macchina nazista della sterminazione”. In Francia esiste un meccanismo di indennizzo per le vittime, che riguarda tutti i cittadini francesi, ivi compresi i bi-nazionali, che pero’ dovevano essere residenti in Francia prima del 1° settembre ’39, data di inizio della seconda guerra mondiale. Con l’accordo raggiunto a Washington, l’indennizzo si estende anche a chi non rientrava in questi criteri. La Sncf, nel 2011, aveva espresso il suo “rammarico” per aver collaborato con il regime nazista e aver partecipati alla deportazione. Ma per gli Usa era troppo poco. Nelle lunghe trattative con gli Usa, la Sncf ha cercato di difendersi, facendo valere che la società ferroviaria era stata posta sotto tutela da Vichy, regime che, del resto, gli Usa avevano riconosciuto. Per l’ambasciatrice francese ai diritti umani, Patrizianna Sparacino-Thiellay, “la Sncf non è mai stata considerata responsabile della deportazione, la responsabilità è delle autorità francesi” del regime di Vichy. E’ quindi lo stato francese che finanzia il fondo di 60 milioni, non la Sncf. L’accordo sarà firmato lunedi’ da Patrizianna Sparacino-Thiellay e Stuart Eizenstat, avvocato delle famiglie delle vittime (che ha già ottenuto indennizzi in Germania, Austria e Svizzera), che contemporaneamente ricopre la carica di consigliere speciale del segretario di stato John Kerry per le questioni legate alla deportazione. In seguito, il parlamento francese dovrà votare un emendamento alle legge del ’48, per integrare la nuova forma di indennizzo. Mentre, per gli Usa si tratta di un executive order, che non ha bisogno di un voto del Congresso.

Al Congresso Usa, dei deputati avevano depositato un progetto di legge per poter denunciare la Sncf. Un’associazione di vittime del nazismo e delle loro famiglie, la Coalition for Holocaust Rail Justice, ha accolto con favore l’accordo tra Francia e Usa, che apporta “un indennizzo giusto e ragionevole alle vittime e alle loro famiglie”.

La Francia non ha deciso di concludere la trattativa per sola cattiva coscienza. Dietro, c’è una questione di business. Con questo accordo, la Sncf ha ottenuto in cambio garanzie di immunità giuridica, una protezione di cui godono le imprese straniere negli Usa, che impedisce eventuali denunce: la compagnia ferroviaria francese potrà cosi’ partecipare alle gare di appalti pubblici degli Usa (in particolare un contratto di 5 miliardi di dollari nel Maryland), da cui era stata esclusa.