La Spagna chiama ma i penta stellati (quasi) non rispondono. Nemmeno sul blog di Grillo, come se il terremoto Podemos non fosse in qualche modo anche affar loro. In queste ore piene di comizi in giro per l’Italia lo stato maggiore del Movimento Cinque Stelle è troppo indaffarato per accorgersi di essere finito in uno dei giochi più divertenti della settimana enigmistica. Analisti e politologi si stanno esercitando a “trovare le differenze” tra il fenomeno Podemos di Pablo Iglesias e quello che continua ad essere, almeno secondo i sondaggi, il fenomeno creato da Beppe Grillo.

 

Le differenze ci sono. I primi a sottolineare certi distinguo sono gli spagnoli, ci tengono. Eppure sono evidenti le analogie tra le due formazioni che hanno terremotato il bipartitismo dando grande spazio alla figura carismatica del leader in chiave neo populista. L’ultimo in ordine di tempo è stato Juan Pablo Monedero. Di formazione marxista, è uno dei fondatori di Podemos: dice che i grillini non sono nati nelle piazze e non sono cresciuti con la militanza nel movimento degli Indignados. L’altra differenza sostanziale, sostengono gli spagnoli, è che per loro il leader è solo un portavoce. Questa l’abbiamo già sentita, anche se è vero che il tasso di leaderismo di Pablo Iglesias non è nemmeno paragonabile a quello espresso da Beppe Grillo (prima maniera). L’altra differenza, forse sostanziale, almeno stando alle prime dichiarazioni del leader spagnolo, è che Podemos non sembra disdegnare la politica delle alleanze con altre formazioni. Dunque non c’è l’arroganza dello splendido isolamento, anche se il M5S ultimamente sembra aver superato la vocazione suicida a far sempre da sé, offrendo diverse aperture su argomenti specifici.

 

Fatta la tara alle differenze più evidenti, resta il fatto che i due fenomeni presentano più di un tratto in comune. Inutile negarlo, soprattutto a sinistra. Fanno sorridere, infatti, le reazioni di Lega e del Pd che a caldo si sono felicitati per la vittoria di Podemos, come se quella campana – anche se l’eco è piuttosto lontana – non stesse suonando anche per loro. Ma in Italia, si sa, si fa a gomitate per salire sul carro del vincitore. E’ evidente, infatti, che solo il Movimento 5 Stelle ha le carte (abbastanza) in regola per “accreditarsi” il successo del partito che in Spagna sta mettendo alle corde la casta con un discorso apertamente populista e di sinistra. Il deputato Luigi Di Maio ha scritto due righe su facebook: “Quello che è successo a Madrid e Barcellona dimostra che chi si schiera con i fatti dalla parte dei cittadini, viene sempre premiato con la loro fiducia. Andiamo avanti!”. Sono parole che fanno male alla nostra sinistra smarrita, ma sono più sincere degli “evviva” fuori luogo di Renzi e Salvini.