Brasile di nuovo in campo, ma nello scenario politico internazionale. Lunedì e martedì prossimo, i presidenti dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) si riuniranno a Fortaleza sul tema «crescita inclusiva: soluzioni sostenibili». Il 16, Dilma Rousseff, Vladimir Putin, Xi Jinping, Jacob Zuma e il Primo ministro indiano, Narendra Modi, incontreranno i loro omologhi delle nazioni sudamericane, a Brasilia. In quella occasione, il sesto vertice dei Brics (il primo si è tenuto nel 2009) si propone di ampliare le relazioni dei paesi emergenti con quelli in via di sviluppo: un passo in più nella direzione aperta l’anno scorso in Sudafrica. Un primo contatto politico, che farà seguito agli incontri a tema economico e finanziario in discussione fra i paesi emergenti. Dopo l’incontro Brics-Unasur, i capi di stato e di governo di Cina e Brasile vedranno il quartetto della Comunità degli stati latinoamericani (Celac), composto da Costa Rica, Cuba, Ecuador e da un membro della Comunità dei Caraibi.
A Fortaleza, i Brics intendono concretizzare una Banca per lo sviluppo e un Accordo per le riserve di divise, già decisi l’anno scorso. La Banca dovrebbe finanziare progetti di infrastruttura nei paesi in via di sviluppo, mentre l’Accordo servirebbe ad aiutare i paesi colpiti dalla crisi finanziaria. Un’alternativa a quella che il Banco Mondiale e il Fondo monetario internazionale forniscono agli Stati uniti, e per questo si prevede anche la creazione di una moneta comune che consenta ai paesi membri di non dipendere dal dollaro. In America latina, c’è già un blocco regionale – quello dell’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America (Alba) – che ha sperimentato una moneta alternativa, il Sucre. E diversi paesi, come l’Ecuador o il Venezuela, stanno portando avanti studi e sperimentazioni di finanza creativa nell’ottica di una diversa integrazione regionale. Bolivia, Venezuela e Cuba stanno consolidando le relazioni con i Brics. «La migliore integrazione con i Brics sarebbe a partire dal Banco del Sur», ha detto la presidente argentina Cristina Kirchner, il cui governo è nuovamente a rischio default per l’ingiunzione di pagamento emessa da un giudice Usa a nome dei «fondi avvoltoi». La Russia ha invitato l’Argentina ad assistere al vertice dei Brics, ma la presidente brasiliana ha escluso l’ingresso di nuovi membri come da più parti si era ventilato. Secondo le previsioni, entro il 2025, i Brics racchiuderanno il 30% dell’economia mondiale.
Nei giorni del vertice, i movimenti sociali organizzeranno a Fortaleza un forum parallelo in cui si discuterà di un nuovo ordine geopolitico e della lotta per la pace, e si analizzeranno l’importanza e le prospettive dei Brics «nella lotta all’imperialismo e alle sue aggressioni contro i popoli». La dichiarazione finale, sarà consegnata al vertice dei capi di stato.