Dina Forti. Una donna sempre al fianco dei popoli nella lotta di liberazione. In Italia, nel mondo.

Dina Forti ci ha lasciati. Il 24 aprile di quest’anno aveva compiuto 100 anni. Si può dire senza rischiare di esagerare che quello di Dina è stato un intero secolo al fianco dei popoli in lotta per la loro liberazione. È difficile riassumerne in poche righe il senso del suo contributo umano e politico regalato a questo mondo. In qualunque parte del pianeta e soprattutto in Africa ci sono persone che hanno guidato le lotte per l’indipendenza e la libertà che per prima in Italia hanno conosciuto proprio lei.

Dina il passepartout fatto di capacità e sensibilità politica per capire l’appello dei popoli che tra gli anni ’50 e gli anni ’80 erano percepiti come infinitamente lontani dal nostro paese, a malapena identificati sull’atlante e da lei introdotti nelle relazioni con il Pci e con tutto l’arco delle forze democratiche, a tutti i livelli istituzionali. Dalle città al Parlamento al Governo. Da giovanissima lascia l’Egitto e raggiunge gli alleati a Gerusalemme. Erano gli anni del dopoguerra che in Italia vedeva impegnate le comuniste e i comunisti come lei nella ricostruzione del paese e dell’Italia libera e democratica.

Dina nasce in Egitto in una famiglia di origine italiana. Il suo agire politico e solidale ebbe inizio nel quadro della sinistra italiana e per conto del Pci durante la guerra partecipando al gruppo formatosi ad Alessandra d’Egitto – sua città natale – e poi a Gerusalemme a supporto dei contatti fra Resistenza in Italia e comando degli alleati e poi dell’immediato dopoguerra nella costruzione democratica del paese a partire dal suo diretto lavoro con le donne e l’Unione Donne Italiane con cui ha operato a Napoli Firenze e Roma. Questo suo ruolo attivo ha avuto un riconoscimento importante dal Presidente della Repubblica che l’ha nominata Cavaliere di Gran Croce.

La Repubblica del Mozambico, quella del Sudafrica, Capo Verde e l’Angola hanno fatto altrettanto riconoscendo con le più alte onoreficenze il suo straordinario contributo a sostegno della lotta dei movimenti di liberazione per la fine del colonialismo e la conquista della loro Indipendenza. Ha segnato in modo decisivo e originale la storia delle relazioni fra Italia e Mozambico e fra l’Italia e l’intero continente Africano così come in il Medio Oriente.

Tutte le amiche e gli amici e compagni sono invitati alla sua commemorazione che si svolgerà il 9 novembre alle ore 11.30 alla Fondazione Basso, via Dogana Vecchia 5, a Roma. Domani, sabato 31ottobre, si terrà invece una cerimonia religiosa presso la chiesa Santissima Trinità in Villa Chigi, via Boito, Roma.