Oscurata dalle notizie sulla Invencible Armada che si sta costruendo contro lo Stato Islamico, Gaza è sparita dalle cronache e le devastanti conseguenze nella Striscia dei bombardamenti israeliani sono trattate come un disastro naturale al quale si vuole dare una risposta solo in termini umanitari. Eppure si respira ancora il clima pesante di un nuovo conflitto alle porte – ieri il generale della riserva Yaacov Amidror spiegava le prossime mosse contro Hamas sul sito del Centro strategico BESA -, non solo a sud, anche al confine con il Libano. Domenica un anonimo alto ufficiale israeliano, durante un tour per giornalisti nei pressi delle linee con il Paese dei Cedri, ha lungamente descritto la “pericolosità” di Hezbollah e le minacce da eliminare. Le sue parole sono state fin troppo chiare e i media locali e internazionali non hanno mancato di riportarle con evidenza. E quando le guerre sono vicine non si tollerano opinioni diverse, soprattutto se espresse all’interno del Paese. Lo sanno bene i 43 riservisti dell’unità di intelligence 8200 che sono stati sommersi da attacchi giunti da ogni direzione per aver dichiarato in una lettera di non volere più “operare” contro la popolazione palestinese. E lo indica la lista di proscrizione stilata dall’“Iniziativa Amcha”, un’associazione statunitense di sostegno a Israele, che fa nomi e cognomi di oltre 200 docenti di università americane che gli studenti sono chiamati a boicottare ed evitare perchè esprimono posizioni “contrarie allo Stato ebraico”.

 

«Hezbollah ci pensa da anni», ha detto ai giornalisti l’alto ufficiale del comando settentrionale delle forze armate israeliane, avvertendo che la prossima guerra in Libano comprenderà attacchi transfrontalieri e lanci di razzi contro Israele. A suo dire Hezbollah tenterà di condurre un’incursione di terra allo scopo di prendere il controllo di alcuni centri abitati vicini al confine, forse Rosh Hanikra, anche se solo per un tempo limitato. I combattenti di Hezbollah potrebbero provare ad entrare anche via mare, ha aggiunto. L’ufficiale israeliano ha fatto riferimento a tunnel sotterranei che il movimento sciita potrebbe avere scavato lungo il confine, simili a quelli usati da Hamas a Gaza, anche se poi ha ammesso che ad oggi l’esercito non ha trovato alcuna galleria. «Non sarebbe difficile per (Hezbollah) effettuare un attacco nel nord. Non ha bisogno di scavare tunnel per raggiungere Misgav Am (un kibbutz al confine con il Libano, ndr)…E’un gruppo che ha un totale di 30.000 uomini. Per noi non sarebbe una battaglia contro una divisione dell’esercito siriano, piuttosto ci troveremo di fronte solo a un paio di centinaia di combattenti che effettuano incursioni», ha poi aggiunto per ridimensionare le potenzialità di Hezbollah.

 

Poi l’ufficiale è arrivato al punto cruciale: l’attacco preventivo per distruggere le armi del nemico e impedirgli di portare a termine i suoi presunti piani di invasione. «Se decideremo di effettuare un attacco preventivo e catturare territori nel sud del Libano – ha avvertito – Hezbollah probabilmente non riuscirà nel suo intento. Se gli ordini saranno di non attraversare la linea blu (il confine Israele-Libano, ndr) Hezbollah potrebbe essere in grado di infiltrarsi in territorio israeliano». La guerra, ha voluto far capire, è solo questione di tempo ma si farà, per distruggere le armi in possesso del movimento sciita contro il quale Israele ha già combattuto una guerra otto anni fa, con esiti disastrosi per il Libano e i suoi cittadini (oltre 1200 morti) dopo la cattura da parte di Hezbollah di alcuni soldati dello Stato ebraico durante una azione lungo il confine.

 

La distruzione dei razzi è la priorità dichiarata dai comandi israeliani. Hezbollah, dicono, avrebbe aggiunto al suo “arsenale” il Burkan (Vulcano) a corto raggio (7 km) con una testata, anche di una tonnellata, che potrebbe rappresentare una seria minaccia per le postazioni dell’esercito nel nord di Israele e costringere alla fuga le popolazioni dei centri abitati nei pressi del del confine. All’ombra della guerra di Barack Obama contro lo Stato Islamico (e non solo), si prepara la guerra “preventiva” di Israele contro Hezbollah.