Il nuovo corso politico cittadino, che ha di fatto messo sotto giudizio della Prefettura le scelte politiche del Comune di Roma (a riguardo possono leggersi le ultime dichiarazioni di Gabrielli che minacciano lo scioglimento del Comune qualora non si seguissero le sue indicazioni), ha preso il via all’insegna dell’intransigenza legalitaria. Sembra davvero essere terminata l’epoca della mediazione politica tra i movimenti sociali e la giunta capitolina.

Martedì scorso è stata sgomberata la palazzina occupata dagli studenti della Sapienza in zona villa Torlonia (seguita dallo sgombero dello stabile legato a Casapound, Area 19), ma quel che più conta è l’apparente fine di ogni possibile margine di trattativa. Una nuova stagione di sgomberi sembra essere alle porte, e da questo punto di vista, fa sapere Gabrielli, non è ipotizzabile alcuna mediazione.

Venerdì è previsto un corteo cittadino che partirà dal quartiere di San Lorenzo alle ore 18 e, nella volontà dei partecipanti, dovrebbe raggiungere proprio la Prefettura in via IV Novembre. Un corteo, il primo passaggio di un braccio di ferro che sarà destinato probabilmente a perdurare nel tempo, che reclama la volontà di difendere quelle esperienze che, seppur nate forzando la legalità, hanno poi prodotto forme di partecipazione e socialità tali da non poter essere trattate unicamente come problema d’ordine pubblico.

Difficilmente le motivazioni dei manifestanti faranno presa sul Prefetto, per di più proveniente dalla Polizia come Gabrielli, abituato al rispetto della legge senza mediazioni con la politica. Quello che però i movimenti vorrebbero denunciare è proprio la scomparsa della politica quale ambito in cui discutere dei problemi sociali della città. Trattando ogni problema cittadino attraverso la prospettiva dell’ordine pubblico e del perseguimento della legalità ad ogni costo, le diverse e gravi contraddizioni decennali della città rischieranno di aggravarsi più che di risolversi. Sarebbe infatti la politica il luogo e lo strumento con cui articolare le soluzioni, non le forze di polizia.

Questo il tema centrale della manifestazione di venerdì che arriva in un momento di scarsa partecipazione e motivazione. Una cosa però sembra evidente per gli organizzatori: di fronte alle inchieste di Mafia capitale, al clamore dei funerali di Casamonica e allo scioglimento del municipio di Ostia, il giro di vite legalitario sembra partire sempre e comunque dal basso, attaccando quelle realtà che in questi anni hanno cercato di combattere il malaffare romano. Un segnale, l’ennesimo, della direzione politica di questa crociata legalitaria.