Lisa Bosia Mirra, deputata del partito Socialista Svizzero e presidentessa dell’associazione Firdaus, da anni attiva nel campo dei diritti dei migranti e in primissima linea per tutta l’estate nella gestione della situazione creatasi tra Como e Chiasso è stata arrestata ieri mattina. Il Pubblico ministero, la Polizia cantonale e le Guardie di confine del Canton Ticino hanno reso noto che a Stabio, frontiera al confine tra Svizzera e provincia di Varese, è stata fermata la deputata, assieme ad un uomo anche lui elvetico, mentre stava facendo transitare illegalmente quattro migranti minorenni. L’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Secondo la polizia la donna faceva da apri pista, al volante di un’auto con targa ticinese, ad un un furgone, guidato da un uomo cinquantenne, con a bordo quattro migranti africani minorenni.

Il giorno precedente, mercoledì, a Chiasso si era svolta una conferenza stampa convocata da Asgi, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, e proprio dall’Associazione svizzera Firdaus, di cui Mirra è appunto presidentessa, dove sono state denunciate le violenze e le numerose violazioni delle normative vigenti state riscontrate nell’ambito dei respingimenti di cittadini stranieri effettuati negli ultimi mesi alla frontiera italo-elvetica. Alla conferenza stampa era presente anche Amnesty International Svizzera. Tra luglio e agosto, le autorità svizzere hanno effettuato quasi 7.000 riammissioni in Italia di cittadini stranieri, delle quali almeno 600 hanno riguardato minori non accompagnati. Lisa Bosia Mirra, presente alla conferenza stampa ha dichiarato: «Dal nostro punto di vista, il diritto di chiedere asilo non è stato e non sarà garantito se ciascuna delle persone respinte dal confine svizzero non potrà nuovamente esprimersi sulla propria volontà di chiedere protezione internazionale alla Svizzera. Oggi è impossibile determinare chi tra loro avrebbe voluto chiedere asilo al nostro Paese e chi invece voleva semplicemente attraversarlo per raggiungere altre destinazioni».

Così, il giorno seguente la dura denuncia dell’operato delle polizie di frontiera, una delle voci più attive e critiche sulla gestione di uomini e donne che cercavano di attraversare il confine italo-svizzero venga fermata in frontiera e consegnata all’opinione pubblica come “passatrice” illegale di migranti.

Molte le reazioni politiche ai due lati del confine. Deputati della Lega del Ticino e della Lega Nord attaccano la deputata, e in Svizzera chiedono a gran voce le sue dimissioni. Diverse voci di solidarietà si sono però alzate. «Lisa è una persona che stimo e ammiro molto, per il cuore, per la forza e il coraggio. E la stimo molto per quello che ha fatto e quello che fa. Gli ostacoli nel rendere pubbliche delle violazioni che lei ha potuto osservare da vicino, parlando con le persone sono in certi momenti delle montagne insormontabili. E i mezzi per arrivare a far luce su questi casi peggio ancora. Le sono vicina e sono certa che le risposte non tarderanno ad arrivare» scrive su Facebook, Nadia Pittà dei Verdi. E Tamara Funiciello, presidentessa della Gioventù Socialista, scrive su Twitter: «Lisa Bosia Mirra è un’eroina!». Per l’articolo 116 della Legge sugli stranieri «chi in Svizzera o all’estero, facilita o aiuta a preparare l’entrata, la partenza o il soggiorno illegali di uno straniero rischia di essere punito con una pena detentiva sino a un anno o con una pena pecuniaria».