«Siamo tutti palestinesi», l’abbiamo sentito ripetere nei giorni scorsi anche da politici, non dei maggiori partiti.
Lo sentiremo ancora ripetere, ma i palestinesi muoiono, a decine, a centinaia, e noi siamo qui, impotenti. Impotenti di fronte all’ipocrisia dei nostri governanti, alla miopia dell’occidente e al cinismo di Obama che si preoccupano solo di imporre sanzioni a Putin e ignorano i crimini di guerra commessi ogni giorno da Israele.
Netanyahu dice di aver avvisato con sms gli abitanti di Sajaya che avrebbe bombardato.

Ma dove devono andare i palestinesi che vivono nella striscia più popolata al mondo e senza nessuno sbocco, senza la possibilità di uscire se non lo vuole Israele che controlla finanche i telefoni delle sue vittime? Assistiamo agli esodi dall’Iraq, dalla Siria ma i palestinesi non possono nemmeno fuggire, intrappolati come sono dentro una prigione a cielo aperto!

Impotenti ci chiediamo che cosa fare e nell’impotenza non si fa nulla. Non siamo più abituati a scendere in piazza, in ogni caso a che cosa servirebbe? Renzi rivendica l’incarico della politica estera per l’Italia nell’Unione europea, ma che cosa farebbe di diverso Federica Mogherini dall’inutile Lady Ashton? E chi potrebbe garantirci una politica estera diversa per l’Europa?

Nella recente campagna elettorale per le elezioni europee, le liste che hanno sostenuto Tsipras, hanno rivendicato oltre che un ribaltamento della politica economica anche la costruzione di un’Europa politica, quindi con una propria politica estera. Ma non si può aspettare che questo progetto si realizzi, occorre agire subito, altrimenti la striscia di Gaza non esisterà più.

Cosa si può fare? Una proposta sostenuta a suo tempo da padre Dall’Oglio, di cui purtroppo non si conosce la sorte da lunghi mesi, e che avrebbe potuto, forse, salvare la Siria, potrebbe, forse, salvare i palestinesi.

L’invio di corpi civili di pace per fare da interposizione tra le parti in conflitto per impedire a Israele l’eliminazione fisica di tutti i palestinesi di Gaza e ad Hamas di continuare a lanciare inutili missili sempre intercettati. Ma siamo in ritardo sulla preparazione dei corpi civili di pace, anche se vi sono progetti in tal senso, occorre fare presto.

Abbiamo eletto, come liste Tsipras, 52 europarlamentari. Alexis Tsipras è uno dei politici che sostiene «Siamo tutti palestinesi»; allora perché non si forma una delegazione di europarlamentari che si rechi in Israele per fermare i crimini di guerra? Gli europarlamentari – più altri parlamentari italiani e di altri paesi europei – potranno ottenere l’attenzione del mondo che singoli individui non potrebbero avere, anche se Israele li rispedirebbe subito indietro.

[do action=”citazione”]Serve un’azione esemplare, eclatante, simbolica che renda visibile al mondo che non vogliamo essere responsabili di questi orribili crimini.[/do]

Il senso di colpa che l’Europa ancora vive nei confronti degli ebrei non può essere fatto pagare ai palestinesi. Non possiamo accettare questa nuova barbarie senza reagire, altrimenti non potremo più dire «siamo tutti palestinesi», diventeremo tutti responsabili dello «sterminio» dei palestinesi.