Compositore bulimico e attivo su più fronti artistici, dotato di forte senso of humour (disse che la morte è solo «un cambio di indirizzo…cosmico»), Edgar Froese, ovvero il membro fondatore dei Tangerine Dream, si è spento per un embolia polmonare a 70 anni. Per i cultori dell’elettronica e del rock la carriera di Froese è legata indissolubilmente a quella della band tedesca, incidendo uno spropositato numero di dischi: 184 ma c’è chi ne conta fino a 200 – l’ultimo uscito lo scorso giugno è Chandra -The Phantom ferry part II.

 

Nati con l’intento di esplorare il krautrock – il termine con cui veniva definita la scena tedesca che lavorava intorno al progressive e alla musica elettronica – i Tangerine Dream hanno attraversato quattro decadi passando dal minimalismo sperimentale degli esordi – pienamente compiuto in opere come Phaedra (’74) fondamentale per la scena techno strumentale che sarebbe arrivata di lì a qualche anno e Stratosfear (’76),forse uno dei migliori in assoluto, a produzioni recenti meno ispirate.
I Tangerine sono per tutti i ’70 all’apice della creatività e non è un caso che nelle loro fila militeranno musicisti come Klaus Schulze e Peter Baumann, che reciteranno anche in proprio una parte importante nella storia del cosmic rock. Gli anni fra i ’70 e gli ’80 vedranno la band frequentare territori molto vicini allo space rock, sostituendo alla strumentazione tradizionale sintetizzatori e i primi sequencer.

 

Con Canyon dream (’87) realizzata come commento sonoro a un video sul Gran Canyon, fondono progressive e temi musicali più vicini a un gusto popolare così da guadagnarsi la prima nomination ai Grammy award. Inesauribile, accanto all’impegno con i Tangerine Froese ha alternato un’attività solista: il suo primo lavoro in proprio è del 1974 Aqua, l’ultimo nel 2005 Dalinetopia.