L’accordo tra Pd e Ncd per le regionali in Campania e Puglia sarebbe stato chiuso. Questa la voce che gira a Roma tra i gruppi parlamentari della maggioranza. Lunedì scorso il vicesegretario democrat Lorenzo Guerini era arrivato a Napoli per la direzione regionale del partito, all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio e le primarie per le elezioni campane della prossima primavera. Il vice di Renzi aveva discusso a lungo con il gruppo degli ex popolari: l’alleanza con i centristi è uno dei temi che sta più a cuore alla segreteria romana ma anche a quella parte di Pd proveniente dalla Margherita, maggioritario in Campania.

La direzione di inizio settimana potrebbe aver accelerato un processo di avvicinamento che era già in corso, ma procedeva a rilento. Infatti a lunedì a tarda sera gli ottanta delegati hanno approvato il regolamento e la data delle primarie (14 dicembre), rimandando però i partecipanti a un nuovo incontro per definire la questione delle alleanze e delle eventuali primarie di colazione. La definizione della data, evidentemente, è servita a un doppio scopo: indurre un’accelerazione nei partiti a destra e sinistra del Pd verso la conclusione di un accordo elettorale e mostrare i muscoli ai due contendenti attualmente in campo per le primarie, Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino, entrambi poco graditi al partito campano e romano.

Una conferma del processo di convergenza con i centristi è arrivata anche dai gruppi presenti nel consiglio comunale: martedì si sono riuniti a via Verdi gli eletti del Pd, di Centro democratico, de La Città-Campania domani e Ncd per discutere delle regionali e dell’amministrazione cittadina. L’accordo dei moderati con il Pd, del resto, difficilmente provocherebbe una fuga a sinistra poiché la legge elettorale per le regionali campane non lascia molti margini: in un turno unico, entra in consiglio la lista che prende almeno il 3% ed è collegata a un candidato che ha totalizzato almeno il 10% dei voti. Una soglia di sbarramento, quella del 10%, proibitiva per i partiti minori voluta dal governatore Stefano Caldoro, che l’ha innalzata (era al 5%) a luglio attraverso il maxiemendamento collegato alla finanziaria regionale.

La direzione di lunedì è stata soprattutto un avvertimento al sindaco di Salerno (tra l’altro alle prese con i guai giudiziari legati al maxicondominio Crescent): senza mai nominarlo, molti interventi sono suonati come una diffida a proseguire la sua campagna per le primarie. Più prudente Cozzolino, pupillo dell’ex governatore Bassolino, che potrebbe anche decidere di ripiegare sul comune, se l’amministrazione de Magistris non dovesse reggere agli effetti della sospensione. A Lorenzo Guerini il compito di trovare un candidato che possa tenere insieme il quadro delle alleanze, magari superando le primarie o passando per primarie confermative.

L’esito del puzzle potrebbe produrre anche una ricomposizione della segreteria: un accordo con Ncd che dovesse portare alla vittoria delle regionali rafforzerebbe gli ex popolari e l’area Dem campana, ma aprirebbe la strada anche a un rafforzamento dei renziani, che hanno invocato l’intervento di Roma fin dall’estate.