Beata incoscienza o consapevolezza dei propri mezzi? Non possono essere che queste le oscillazioni sulle quali poggiare basi critiche più o meno traballanti quando si parla di Elio: con o senza le Storie Tese, giudice ora ex di X Factor o solitario esploratore di musiche contemporanee – non dimenticando che il cantante milanese è diplomato in flauto al Conservatorio Giuseppe Verdi – o ancora di più estemporaneo comprimario di performance artistiche di prestigio.

Nel suo carnet partecipazioni a progetti di Berio con la rivisitazione de L’opera da tre soldi di Brecht cantata come Mackie Messer durante le celebrazioni del centenario della nascita e del cinquantenario della morte di Kurt Weill (e a proposito del compositore tedesco i gerenti della Universal forse stanno pensando ad Elio per un album di sue canzoni), il sodalizio con Luca Lombardi per Il re nudo e la «ventina, forse più» di Pierino e il lupo, guidato tra gli altri da direttori del calibro di Zubin Mehta e Valery Gergiev. Ma, anche per questa consuetudine con il capolavoro favolistico di Prokofiev è altrettanto facile scegliere la categoria in cui incasellare Pierino e il lupo ad Hollywood, il progetto – format mondiale della Deutsche Grammaphon, che vede coinvolto il cantante della «terra dei cachi» per l’Italia.

Negli Stati uniti è la glam-star Alice Cooper la voce narrante della favola musicale, mentre in Germania ad essere stato scelto è Campino leader dei punk Die Toten Hosen. La compagine orchestrale coinvolta che ha suonato a distanza è quella dell’Orchestra Giovanile Tedesca, mentre il direttore è il non meno giovane e in ascesa Alexander Shelley. La prima uscita pubblica del format si avrà nel maggio del 2017 al Kennedy Center e forse si prevederanno anche dei tour specifici nei paesi di provenienza delle star coinvolte.

Dunque, scelte non propriamente ortodosse, per Cooper quasi eretiche, se pensiamo che stando all’Italia, l’etichetta che fu di Herbert von Karajan e Carlos Kleiber, in tempi diversi registrò l’operina con le voci narranti di Eduardo De Filippo (diretto da Lorin Maazel) e Roberto Benigni (da Claudio Abbado) e che denotano il tentativo di avvicinare un pubblico giovanile che non acquista più cd né tantomeno è attratto dalla musica classica.

Non solo: si è fatto ancor di più, grazie all’intervento di scrittura drammaturgica, musicale con un pastiche di Puccini, Wagner, Mussorskji, Dukas e visuale del gruppo nuovaiorchese dei Giants Are Small che ha creato appositamente per il nuovo format un prequel della trama, spostando l’azione a Los Angeles, introducendo nella fiaba nuovi personaggi come il nonno hippie e un robot – nel cd tutti rigorosamente e con divertimento interpretati da Elio – e trasformando in un dubbioso politichese corretto, più vicino al sentire dei bimbi d’oggi, la caccia al lupo in fuga in una sorta di paparazzata fotografica. Infatti non sono più i cacciatori a cercar l’animale, ma dei fotografi: le pallottole sono ora dei flash.