Errare è umano, ma soprattutto utile e necessario per l’evoluzione. È lo spirito dell’Error Day manifestazione dal titolo Fino all’ultimo Re, Spiro che si svolge oggi a Bologna. Una gioiosa celebrazione dello sbaglio in tutta la sua ricchezza e il suo potenziale creativo. Se a una prima impressione potrebbe sembrare un’iniziativa futile è indispensabile ricordare che al centro della seconda edizione c’è il delicato rapporto fra scienza e inganno. Il progresso della medicina è legato in maniera indissolubile agli errori, ne sono un esempio la scoperta della penicillina, l’anestesia, i raggi x, l’insulina, la doppia elica del dna, solo per citarne alcuni.

Sembra impossibile riconoscere che la medicina e l’errore possano andare di pari passo; invece, nonostante la scienza sia considerata infallibile, è spesso nell’errore di valutazione che si sono varcate nuove frontiere. Ideatrice dell’iniziativa la poliedrica Clelia Sedda. «Solo da morti non si fanno sbagli – spiega con ironia – l’errore ci permette di percorrere strade che non avremmo mai pensato di intraprendere. È l’unica particella di verità: non dice da che parte andare, ma indica precisamente dove non andare. L’errore è salvifico». Peccato che questo tenga alla larga gli sponsor che fanno l’errore (appunto) di credere che associare il loro nome sia controproducente. Nel pomeriggio si alterneranno diversi interventi a cominciare dal tema dell’effetto placebo con Fabrizio Benedetti, massimo esperto a livello mondiale, ordinario di fisiologia umana e neurofisiologia all’Università di Torino e Senior Consultant alla Harvard University. A seguire Massimo Polidoro, segretario del Cicap, comitato che smonta gli inganni dell’occulto, parlerà dell’arte del prestigiatore l’unico bugiardo onesto che mantiene la promessa di indurci a vedere quello che non c’è. Ci sono stati errori colossali anche nella musica e la sua percezione. Buffo scoprire che il corno inglese nasce da un errore di traduzione dal francese corno angolato. Poi i cosiddetti errori di natura, persone considerate mostri, che suscitavano curiosità e paura insieme.

L’attenzione sul corpo e le sue trasformazioni causate da interventi per sottrazione, come tonsille e appendicite, e per addizione, ad esempio le protesi. Per finire un dibattito sull’omosessualità considerata ancora una malattia da cui poter guarire. Temi seri e delicati affrontati con intelligenza e leggerezza che si concluderanno con una cena sbagliata e una festa da s-ballo. Non è nemmeno casuale la scelta del 28 febbraio che precede l’unico giorno che per quattro anni si nasconde e sparisce dal calendario, ma che sarà ricordato con tutti i nati sbagliati che s’incontreranno alle 24 in Piazza Maggiore per festeggiare il compleanno che non c’è.