«Esistono storie che non esistono: nessun accordo per le regionali con il Pd». Sceglie un tweet ieri mattina il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, per marcare una distanza netta con i democrat dopo le dichiarazioni attendiste delle passate settimane. «Sono sindaco libero e autonomo – aggiunge – il mio partito è Napoli». L’ex pm guarda alle elezioni comunali dell’anno prossimo, anticipa che con il Pd non ci sarà nessun accordo neanche nel 2016. Non siamo ancora alla decisione definitiva, ma ieri le spinte a correre da soli per le prossime regionali avevano preso i sopravvento in tutte le componenti della galassia a sinistra del Pd.

A spingere lontano da Vincenzo De Luca, lo sfidante di Stefano Caldoro incoronato dalle primarie, sono le grandi manovre a destra: pezzi di Fi (scontenti della gestione del partito locale, nelle mani di Luigi Cesaro, i fratelli Martusciello e Francesca Pascale) sono in libera uscita, soprattutto nel casertano, e il sindaco emerito di Salerno è pronto ad accoglierli attraverso le liste civiche. Il più attivo è Vincenzo D’Anna, senatore di Gal ed ex cosentiniano: «Se dovessi scegliere domani se sostenere Caldoro o De Luca propenderei per il secondo», per attrezzarsi allo scopo ci sarebbe Patto per la Campania «una lista civica di moderati».

I movimenti a destra provocano il contraccolpo a sinistra, con uno spostamento su posizioni più radicali. Ma de Magistris se la prende con il Pd senza tirare in ballo De Luca, con cui il dialogo va avanti da mesi. Dovesse vincere le elezioni, diventerebbe interlocutore fondamentale per aggirare i rapporti conflittuali con il governo Renzi. Intanto l’11 aprile a Bagnoli si terrà una conferenza dei sindaci d’Italia, dalla Val di Susa alla Sicilia, contrari allo Sblocca Italia.

Anche Sel sembra aver interrotto la fase attendista: ieri a Napoli si è riunita l’assemblea regionale (presente anche il coordinatore Nicola Fratoianni) che ha sancito la volontà di presentare una proposta autonoma, come in altre regioni. Del resto lo stesso Vendola mercoledì aveva dichiarato che il sostegno a De Luca era «molto difficile». Il no ai democrat ieri era così netto da spingere le diverse anime a declinare l’invito fatto dal Pd per discutere lunedì prossimo di programmi e alleanze. Da soli, quindi, in uno schieramento che per ora include Sel, PdCI, Prc, Partito del Lavoro e Sinistra in movimento (e in posizione un po’ più defilata l’associazione Dema del sindaco partenopeo) a cui potrebbero aggiungersi altri pezzi, come le realtà che avevano partecipato all’assemblea di presentazione di “Maggio” (dal mese in cui si voterà per le regionali), progetto politico alternativo alle politiche di austerità di Caldoro e del Pd.

Resta ancora il nodo candidato governatore. Sel, PdCI, Prc, Partito del Lavoro e Sinistra in movimento hanno chiesto all’ex sindaco di Ercolano e attuale assessore alla Cultura del comune di Napoli, Nino Daniele, di accettare la sfida. Una vittoria di Cozzolino avrebbe reso la scelta più semplice: Daniele viene dal Pci, dai Ds non è passato al Pd e, soprattutto, non era nella cerchia di Antonio Bassolino, di cui invece Cozzolino era uno dei pupilli. A resistere è soprattutto de Magistris, che non vuole finire in prima fila nella lotta per le regionali attraverso uno dei suoi assessori più rappresentativi. Oggi ci sarà un nuovo incontro per chiarire le posizioni.