Uno sciopero con picchetto per protestare contro orari di lavoro impossibili e violazioni sistematiche del contratto, 30 facchini sospesi e denunciati per violenza privata, un’azienda che dice di non avere nulla a che fare con quanto sta succedendo perché formalmente gli scioperanti lavorano sì per suo conto in magazzino, ma il contratto di lavoro l’hanno firmato con una società esterna che ha ottenuto l’appalto di gestione. E, infine, una vertenza che parte da Bologna ma che potrebbe allargarsi a breve in tutta Italia. In Emilia riesplode il conflitto sindacale nel mondo degli appalti e dei magazzini, e per l’ennesima volta riemergono tutti i problemi che i Si Cobas avevano sollevato durante la grande ondata di scioperi del 2013.

A organizzare i 120 lavoratori del magazzino di Mondo Convenienza a Calderara di Reno, pochi chilometri da Bologna, è la Filt-Cgil. La storia è questa: martedì i lavoratori della cooperativa Bird Logistic scioperano e fanno picchetto davanti al magazzino da cui partono per consegnare i mobili di Mondo Convenienza. Chiedono di non lavorare più per 60, 70 e a volte 80 ore a settimana senza avere gli straordinari pagati, di poter godere regolarmente delle ferie e di tutti gli altri diritti garantiti dal contratto. Il giorno dopo la Filt-Cgil non fa nemmeno in tempo a festeggiare l’adesione allo sciopero di 80 lavoratori su 120, perché 30 facchini scoprono di essere stati sospesi dall’azienda e di essere stati denunciati per violenza privata.

Due giorni fa l’incontro in Prefettura, con la Bird Logistic che sembra disposta a trattare anche perché in scadenza d’appalto. «È da 10 anni che lavoro trasportando i mobili di Mondo Convenienza, e li porto fin dentro casa dei clienti. Ma con Bird Logistic – racconta uno dei facchini sospesi – ho un contratto da soli due anni. È il solito trucco, cambiare la cooperativa con frequenza per azzerare i nostri diritti». Un altro dei facchini-autisti, originario della Romania, parla di un orario di lavoro che può andare dalle 6 del mattino alle 7 di sera. Infine c’è chi elenca nel dettaglio gli spostamenti di una giornata di lavoro da 18 ore. Com’è possibile? «Non contano il tempo che ci mettiamo per caricare i camion», e chi ci dà gli indirizzi dei clienti non fa valutazioni realistiche delle tempistiche di consegna. «Così al posto di 8 ore di lavoro ne facciamo 10, 12 o più».

Una situazione che il sindacato giudica ormai intollerabile. Il prossimo incontro con l’azienda è previsto il 1 febbraio, «e noi – dice il segretario della Filt-Cgil bolognese Alberto Ballotti – siamo pronti a riprendere la mobilitazione e ad allargarla in tutti i magazzini del resto d’Italia». La situazione per gli assunti direttamente da Mondo Convenienza per gestire i punti vendita è solo leggermente migliore. «A Bologna abbiamo dovuto fare assemblee su assemblee in notturna in Camera del lavoro – spiega Stefania Pisani della Filcams-Cgil – e solo dopo molti mesi siamo usciti dalla segretezza e così l’azienda ha scoperto di dover fare i conti con un gruppo sindacalizzato». Al contrario di quanto succede in magazzino dove i facchini sono quasi tutti dell’Europa dell’est, nei punti vendita gli addetti sono tutti italiani. I problemi in negozio cambiano, e sono per lo più legati agli orari iperflessibili. Tant’è che dall’altra parte dell’Appennino, a Prato, è in corso un’indagine Inail per l’estremo affaticamento e stress dei dipendenti.

L’idea della Cgil è quella di trasformare una vertenza locale in qualcosa di più grande, coinvolgendo in un’unica mobilitazione i lavoratori di tutti i magazzini e dei punti vendita italiani, indipendentemente dal tipo di contratto o dal datore di lavoro. Bird Logistic respinge tutte le accuse, comprese quelle sugli orari di lavoro. Mondo Convenienza ha diffuso un comunicato per dichiararsi «non competente» sulle vicende legate al magazzino, e per sottolineare che «non riterrebbe corretto intromettersi».