Federico Fornaro, senatore del Pd, bersaniano, è il primo firmatario di un disegno di legge presentato a gennaio scorso per tentare di riportare le scelte dei cittadini nell’elezione del nuovo senato, che per la riforma costituzionale sarà eletto non più direttamente ma dai consigli regionali.

Senatore, perché allora Renzi parla di legge Chiti?

Immagino perché il mio collega Vannino Chiti, che l’ha firmata, è per il Sì al referendum mentre io resto per il No. Quando noi proponevamo l’elezione diretta dei senatori siamo stati messi alla gogna dalla maggioranza del partito, il governo si è opposto e questa legge, presentata allora da 24 senatori Pd, è stata ignorata per nove mesi. Nessun renziano ha ancora annunciato di volerla sottoscrivere.

Però Renzi ha pronta la scheda.

A me, primo firmatario, nessuno ha detto niente. E la mia proposta prevede due schede, la seconda per far scegliere ai cittadini quali consiglieri regionali mandare al senato. Nel frattempo il presidente del Comitato per il Sì, il senatore del Pd Cociancich, dice cose diverse, che diventeranno senatori i consiglieri più votati. Attenzione, anche con la mia proposta i cittadini direbbero la loro solo su 74 senatori, i 21 senatori sindaci non possono essere indicati.

Ma parliamo di una proposta di legge che non è stata neanche depositata?

Non era possibile prima del referendum, essendo una proposta di attuazione della riforma costituzionale. Eppure andrebbe approvata in questa legislatura, altrimenti rischiamo di perdere l’appuntamento con 20 milioni di italiani che nel 2018 voteranno i Consigli regionali. Poi se ne riparla nel 2013. Nel frattempo i consiglieri regionali eleggeranno liberamente, senza il vincolo di «conformità» alle scelte dei cittadini, i primi senatori. Che a quel punto, in parlamento, non avranno alcun interesse a fare la legge che propongo io. E che Renzi dà per già fatta.