Onorevole Nicola Fratoianni, Renzi vi ha cacciato dalle alleanze future. Ha detto: «Una maggioranza con chi mi accusa di stuprare la Costituzione non la farei: vinceremo le regionali senza di loro».
Sono basito. L’impressione è che Renzi fatichi a trovare gli argomenti alle obiezioni che noi facciamo e quindi ci voglia solo zittire. La sua è propaganda: noi non siamo Grillo, non parliamo di ’stupro alla Costituzione’ né di ’colpo di stato’. Critichiamo in modo duro una riforma che per noi è sbagliata. Le alleanze non c’entrano niente, continueremo a parlare di contenuti. Gli ricordo solo che senza i voti di Sel oggi a Palazzo Chigi ci sarebbe Forza Italia. E in molte realtà territoriali dove il centrosinistra è buon governo, avrebbero vinto le destre.

Lui è convinto che il suo Pd ce la farà da solo.

I democratici nei territori la pensano come lui? In Sardegna senza i voti di Sel l’alleanza non avrebbe vinto. E in Calabria il Pd si vuole alleare con l’Ncd di Scopelliti? E vuole consegnare la Puglia alle destre di Fitto e buttare fuori, senza una ragione, il governatore con cui il Pd governa da dieci anni e alla cui esperienza tutti i candidati si richiamano?

Nelle città e nei territori tira aria di rottura?

Fino ad oggi abbiamo lavorato in vista delle regionali e delle primarie, dove si faranno, con l’obiettivo di costruire coalizioni con buoni programmi e regole condivise. Noi continueremo così. Se hanno cambiato idea ci facciano sapere.

Però sulle riforme anche voi avete tenuto i toni alti.

No, noi facciamo opposizione. Eravamo disponibili ridiscutere dell’ostruzionismo a patto che ci fosse un’interlocuzione su alcuni punti. Una sintesi era possibile. Non l’hanno voluta. La risposta è un ricatto e noi non siamo ricattabili. Ci hanno detto: arrendetevi senza condizioni.

Come giudicate il comportamento del presidente Grasso?

Ha fatto molte forzature. Mettere insieme il contingentamento e il canguro su una legge costituzionale è grave. Ma non siamo noi quelli degli insulti.

I vostri ex compagni di partito, quelli usciti fa Sel, criticano la scelta dell’ostruzionismo.

Curioso, l’ostruzionismo è uno strumento di battaglia politica che abbiamo praticato altre tutti assieme: sul decreto Poletti, sulle missioni. Dicano piuttosto che quella riforma va bene.

In realtà volevate trattare sulla legge elettorale?

No, queste sono falsità e propaganda. Abbiamo posto e poniamo un tema generale, alla luce del sole: immaginare che una minoranza, anche la più grande delle minoranze, da sola prenda tutto è deleterio per il paese. Chiediamo che sia alzata la soglia per il premio di maggioranza e uniformate quelle degli sbarramenti. Non si capisce perché il voto a un partito che non sta in una coalizione debba valere la metà di quello a un partito coalizzato. È una follia. E infine, ridiamo la scelta ai cittadini: con i collegi, le preferenze o un meccanismo di scelta. Ma vedo che su questa Renzi si sta convincendo. Vuol dire che nel merito si potrebbe trovare una sintesi.

Il 4 per cento per i partiti coalizzati vi andrebbe bene?

Meglio di altre proposte. Ma l’importante è che questo sbarramento sia uguale a quello per i partiti non coalizzati.

In realtà Renzi sta cogliendo l’occasione per rottamare il centrosinistra?

Non so se Renzi ha deciso di rendere normale l’alleanza con la destra. Oppure ha deciso di ripercorrere le orme di chi prima di lui ha praticato l’autosufficienza: ma non mi pare che quell’avventura si finita bene.

Stavolta Renzi ha il 40,8 per cento e si sta costruendo una legge elettorale su misura.

Renzi ha conquistato un risultato straordinario, da guardare con rispetto. Ma, da quello che dice, la presenza di un piccolo soggetto autonomo gli sembra un oltraggio insopportabile. È un errore grave, ma se ha deciso così ce ne faremo una ragione. Non voglio seguirlo in un confronto muscolare. Lascio a lui questi modi.

La terra di mezzo è finita? Ora starete definitivamente accanto alla lista Tsipras?

Ci siamo sempre rifiutati di considerare il posizionamento come un fatto a prescindere. Restiamo convinti che questa sia la strada giusta.

Ora che Renzi vi ha cacciato dall’alleanza che farete?

Faremo le nostre proposte, come sempre. Renzi ha avuto la capacità di incarnare il bisogno di speranza, ma sta traducendo la sua forza nel modo sbagliato. Sbaglia l’approccio sui trattati europei: non basta chiedere un po’ più di flessibilità, bisogna aggredire il nodo della modifica dei trattati. Le prime avvisaglie del jobs act fanno capire che rischiamo di lasciare tutti i contratti precari e eliminare il contratto a tempo indeterminato. A settembre faremo un’iniziativa sul lavoro e sull’economia, che è la vera emergenza italiana, altro che tutta questa fretta sul nuovo senato. Sarà un appuntamento nazionale aperto a tutti quelli che sentono quest’emergenza.