Sono bastate poche parole in arrivo da Bruxelles per far naufragare le speranze italiane di vedere Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, farsi carico delle decine di migliaia di profughi in fuga da fame e guerra. Nonostante il pressing in tal senso che il ministro degli interni Angelino Alfano esercita da settimane nei confronti dell’Europa, ieri un portavoce della commissione europea ha di fatto escluso ogni possibilità di intervento. Frontex, ha detto Antony Gravili, è «una piccola agenzia» senza mezzi, impossibilitata quindi a sostituire nel Mediterraneo le navi italiane impegnate nell’operazione Mare nostrum. Tocca a tutti i Paesi Ue, ha proseguito il portavoce, «fare di più contribuendo con mezzi e finanziamenti».

Parole che hanno avuto l’effetto di una doccia fredda per Alfano che solo tre giorni fa aveva ribadito per l’ennesima volta l’intenzione di mettere fine a Mare nostrum entro ottobre. E anche se con notevole ritardo (la risposta del ministro arriva solo a sera), la replica è secca. «Nessun scaricabarile a danno dell’Italia», dice il titolare del Viminale, per il quale l’Ue «dice una cosa ovvia: non ci sono soldi e devono intervenire gli Stati membri». Ma questo, chiede polemicamente Alfano, non è proprio il compito della Commissione? «Se Frontex è piccola occorre renderla più grande e anche al più presto», perché «il presidio di tutta la frontiera europea è compito strategico per il futuro dell’Unione. Il tema della frontiera è europeo – prosegue Alfano – e non possiamo farcene carico da soli, anche perché l’Italia, per molti migranti, è solo un Paese di transito».
Il ministro alza la voce, ma in realtà Bruxelles non ha mai avuto realmente intenzione di farsi carico di un problema che per molti dei 28 Stati membri – e in particolare quelli del Nord Europa – riguarda soprattutto i Paesi più direttamente coinvolti dall’emergenza sbarchi, a partire proprio dall’Italia. E nonostante le buone intenzioni manifestate anche da autorevoli rappresentanti, come il nuovo presidente della Commissione Jean Claude Junker, nessuno ha mai detto di voler realmente rafforzare Frontex. Al punto che l’8 luglio scorso Cecilia Malmstrom, commissario agli Affari interni dell’Ue, ha usato le stesse parole impiegate ieri dal portavoce della commissione per smorzare ogni illusione. «Frontex è una piccola agenzia e non può subentrare a Mare nostrum», ha detto invitando l’Italia a sedersi a un tavolo comune per stabilire cosa fare. E ieri il portavoce è tornato a ricordare come l’Italia sia il paese che maggiormente ha usufruito dei fondi destinati dall’Ue per l’immigrazione. «Ha avuto aiuti senza precedenti», ha proseguito Gravili ricordando i 530 milioni di euro per il periodo 2007-2013 e i 315 milioni di euro stanziati per il settennato 2014-2020 ai quali si aggiungono o quelli prelevati, per lo stesso periodo di tempo, dal Fondo per la sicurezza interna, che portano il totale di nuovo a 500 milioni.

Mare nostrum costa 9 milioni di euro al mese, soldi presi interamente dal bilancio della Marina militare che da ottobre a oggi ha quindi speso 99 milioni di euro. Soldi ben spesi, perché serviti a soccorrere e spesso a salvare la vita a decine di migliaia di migranti. Il bilancio di Frontex, ridotto a causa dell crisi economica, ammonta invece per il 2014 a 89,197 milioni di euro, dei quali solo 21,440 destinati alle operazioni marittime in tutta l’Unione, quindi non solo nel Mediterraneo meridionale. Chiaro che senza un forte impegno economico da parte dei 28, decisi a rifinanziare in maniera corposa l’agenzia, l’Italia è destinata a restare da sola di fronte ai barconi carichi di disperati. E questo nonostante gli annunci che non solo Alfano, ma lo stesso premier Matteo Renzi, hanno fatto nelle scorse settimane convinti di essere riusciti a far riflettere l’Unione della necessità di una maggiore partecipazione al problema. Al punto che Renzi, nel discorso di avvio del semestre italiano, è arrivato ad annunciare una non meglio precisata Frontex plus con cui l’Europa avrebbe fronteggiato l’emergenza sbarchi.

Le parole di Bruxelles sono state l’occasione per Lega e Forza Italia per tornare ad attaccare Mare nostrum. «Alfano e Renzi sono stati smentiti dalla commissione Ue. Altro che ‘Frontex prenderà il posto di Mare nostrum’ come più volte dichiarato dal premier e dal ministro dell’interno: i contribuenti italiani continueranno a pagare l’invasione programmata dal governo perché l’unione se ne lava le mani», ha detto il leghista Massimiliano Fedriga. «Il governo la smetta di prendere in giro gli italiani e interrompa subito Mare nostrum – ha detto invece Maurizio Gasparri, Fi -. Dopo la sortita di Frontex, una ragione in più per porre fine a questa vergogna».