Fuocoammare di Gianfranco Rosi è il titolo scelto per rappresentare l’Italia nella corsa agli Oscar per la categoria del miglior film straniero, la cui cinquina sarà annunciata il prossimo 24 gennaio. «Sono molto felice – ha detto Rosi, in questi giorni a Parigi per l’uscita del film – In un mondo in cui si continuano a erigere muri e barriere spero che questo film possa seguire le parole di Obama: chi costruisce dei muri costruisce una prigione per sé stesso. Sarebbe davvero un sogno portare a Los Angeles Pietro Bartolo, Samuele e Peppino. Ringrazio la commissione per aver scelto un film documentario a rappresentare l’Italia».

 

 

Orso d’oro all’ultima Berlinale, dove nel consegnargli il premio la giurata Meryl Streep aveva espresso il desiderio di vederlo «arrivare fino agli Oscar», Fuocoammare è stato girato sull’isola di Lampedusa sulla quale Rosi ha vissuto più di un anno. Lì vive e lavora Pietro Bartolo, medico dell’isola e direttore sanitario dell’Asl locale che del film è la voce, sospeso tra la fatica quotidiana del soccorso ai chi sbarca su quelle coste e il dolore per le storie di morti e di disperazione di cui è testimone. «Siamo riusciti ad accendere un faro in Europa. Ora lo abbiamo acceso nel mondo. Questo grazie a Gianfranco. Questo perché io sono un medico. Non sono un attore. Per me ho già vinto tutto» ha dichiarato alla notizia.
Seguendo le giornate del piccolo Samuele, un ragazzino con l’«occhio pigro» che vive lì, Rosi – che è anche candidato nella categoria del miglior documentario – ci lascia scoprire il quotidiano dell’isola fuori dai riflettori, le persone che vi abitano, lo svolgersi della loro esistenza davanti a quel mare nel quale ogni giorno i soccorsi raccolgono i migranti. E si scoprono spesso impotenti davanti alla tragedia, ai corpi che affiorano senza vita dal fondo dei barconi e del mare.
La decisione però non è stata unanime, e anzi la critica più netta alla candidatura di Fuocoammare è arrivata proprio da uno dei componenti della commissione (Nicola Borrelli, Direttore GeneraleCinema del Mibact; Tilde Corsi, produttrice; Osvaldo De Santis, distributore; Piera Detassis, giornalista; Enrico Magrelli, giornalista; Francesco Melzi D’Eril, distributore; Roberto Sessa, produttore; Sandro Veronesi), l’Oscar Paolo Sorrentino, che senza troppo fair-play ha definito la scelta «masochistica – ricordiamo che gli altri titoli erano Indivisibili, Lo chiamavano Jeeg Robot, Perfetti sconosciuti, Pericle il nero, Suburra, Gli ultimi saranno ultimi. «Si tratta di un bellissimo film, ma andava candidato solo nella categoria dei documentari – ha detto Sorrentino – Così si depotenzia il cinema italiano, che quest’anno poteva portare agli Oscar anche Indivisibili di Edoardo De Angelis, che avrebbe avuto molte chance».
Si vedrà (in realtà Rosi di chance ne ha parecchie credo…). Fuocoammare uscirà in America il 21 ottobre. Dalla Francia nel frattempo è arrivato la candidatura per Elle, il geniale film di Paul Verhoeven star una magnifica Isabelle Huppert mentre la Germania aveva già indicato come suo titolo Toni Erdmann di Maren Ade.