«Non c’è nessuna diarchia. Questa città ha solo un sindaco che è stato eletto dal popolo». E ancora: «Non ci sono superpoteri, Superpippo o Mandrake, non c’è un superprefetto. C’è un prefetto a cui vengono chiesti gli straordinari». Nella sua prima uscita pubblica, Franco Gabrielli, prefetto di Roma cui il governo ha chiesto di affiancare, coordinare e in definitiva un po’ commissariare la giunta del sindaco Ignazio Marino, cerca di tenere un profilo basso. In linea con la scelta politica fatta da Renzi di non sciogliere l’amministrazione della capitale d’Italia alla vigilia del Giubileo. Poi però al prefetto scappa una battuta, una super battuta che – immortalata in un video che rimbalza subito in rete – manda in frantumi tutte le parole misurate e mette in luce un rapporto che non sarà facile. «Ha sentito il sindaco?», chiedono a Gabrielli mentre sta entrando in macchina dopo aver visitato la nuova centrale per le emergenze che risponderà al numero unico 112. E lui: «Come no, tra un’immersione e l’altra…».
Non esattamente un’allusione, piuttosto un riferimento diretto e irridente alla foto del sindaco di Roma che fa immersioni alla Bahamas mentre il Consiglio dei ministri discute la relazione Alfano su Mafia capitale, foto pubblicata dal quotidiano della destra cittadina il Tempo. E così anche l’attento prefetto lascia intendere il suo giudizio negativo sulla decisione del primo cittadino di restare in vacanza, malgrado le scadenze importanti per la sua città. E se quella delle immersioni può essere stata una battuta sfuggita, a ben vedere dello stesso segno era un’altra frase del prefetto, pronunciata poco prima: «Con Marino ci sentiamo spesso, lui sa bene come la penso». Tutt’altro tono, ma stessa impressione che Gabrielli non intenda ricevere ordini, piuttosto darli. Tant’è vero che è lui stesso a precisare che «non vorrei che come al solito in questo paese passasse la logica dei tarallucci e vino. Come non esistono diarchie o consolati, esiste però una forte assunzione di responsabilità del prefetto. Qualora le sue proposte rimanessero lettera può ricorrere allo scioglimento del comune». Per il prefetto Gabrielli dunque il sindaco non avrà nulla da temere e resterà l’unico «primo» cittadino, se si adeguerà alle direttive del prefetto. red. pol.