Il Giorno del Venerdì Santo uscì nel 1980 con Bob Hoskins nei panni di Harold, un gangster dell’epoca Thatcher. Londinese con le idee chiare sul futuro della sua città, Harold vuole, con l’aiuto di fondi provenienti dalla mafia americana, sviluppare la parte abbandonata del fronte del porto per renderlo un luogo ricco di opportunità da sfruttare ma anche di case decenti per la sua gente. Tutti i suoi piani vanno in tilt quando le bombe cominciano a far saltare i suoi locali e gli americani decidono di ritirarsi. ‘La mafia!?’ esclama disgustato dalla loro ritrosia, ‘I shit the mafia!’ – letteralmente ‘Io cago la mafia!’ Sì, l’orgoglio inglese! Ma purtroppo… non va a finir bene. I gangster sono entrati tardi nel cinema inglese, un po’ per la censura ma anche perché venivano visti dal pubblico come un’importazione americana. Noi inglesi preferiamo gli assassini di Agatha Christie o i criminali sciocchi delle commedie – L’incredibile avventura di Mr. Holland di Ealing per esempio. I primi ‘gangster’ sono in debito con i loro modelli hollywoodiani come Pinkie (Richard Attenborough) di Brighton Rock (1947) reintitolato Giovane Scarface per il pubblico d’oltreoceano. L’angoscia dell’influenza è ovvia in molti film. Dalla Londra de I trafficanti della notte (1950), con l’americano Richard Widmark nel ruolo di protagonista alla Newcastle di Stormy Monday – Lunedì di Tempesta (1988) che vede Tommy Lee Jones nei panni del cattivo e Melanie Griffith in quelli di femme fatale. Nel nuovo film di Brian Helgeland – Legend – troviamo Chazz Palminteri in un ruolo piccolo ma importante, attore diventato famoso nel ruolo di gangster accanto a Robert de Niro in Bronx. Palminteri interpreta Angelo, un mafioso americano che vuole creare una nuova Las Vegas a Londra in collaborazione con i gemelli Kray – capi del clan locale, ‘The Firm’ – in una storia che sembra sottratta al film di Hoskins. Ronnie e Reggie Kray sono stati fonte di ispirazione per numerosi film con il loro mix di brutalità e stile, un forte cocktail di potere legato all’underworld londinese e di luce soffusa delle celebrità degli anni Sessanta. Fotografati da David Bailey, diventarono le prime icone di gangster britannici. L’omosessualità di Ronnie aggiunse un pizzico di pepe e il cinema gli andò incontro a braccia aperte. Quando nei primi anni Settanta, Richard Burton stava preparando Il mascalzone andò a trovare Ronnie in prigione per studiarlo – lo stesso fece negli stessi anni James Fox prima di girare Sadismo di Nic Roeg e Donald Cammell. Nel 1990, i gemelli Kemp del gruppo pop Spandau Ballet ne diedero la prima versione ‘vera’: The Krays – I Corvi causando uno scandalo perchè i «veri» Kray incassarono i diritti . Nella nuova versione, Tom Hardy interpreta Ronnie e Reggie in una performance grandiosa. La pellicola stessa però fa fatica a superare i cliché di un genere che è ormai sovraffollato; dal sublime Sexy Beast – L’ultimo colpo della bestia ai film ridicoli di basso costo, inclusi altri due film sui Kray usciti di recente. La bravura di Tom Hardy in questo film è indubbia, ma la vera prova del suo talento nell’interpretare un vero criminale l’ha data in Bronson, di Refn, in cui interpreta Michael Peterson, secondo la stampa il criminale più pericoloso del Regno Unito. Come il cinema inglese anche Peterson sente il fascino della malavita statunitense. Ed è proprio per questo che cambia il suo nome in quello dell’attore duro americano per eccellenza, diventando Charlie Bronson.