Ennesimo attacco incendiario contro un centro-profughi in Germania. Ieri ad andare a fuoco è stato un condominio a Lunzenau vicino a Chemnitz destinato a ospitare 50 rifugiati a partire da settembre. La struttura è stata presa di mira da una salva di tre bombe molotov lanciate nella notte da «ignoti» che ha fatto letteralmente esplodere le finestre dello stabile.

L’episodio è solo l’ultima di una lunga serie di aggressioni di matrice razzista riconducibili all’«odio nero» che dilaga soprattutto in Sassonia.

Un lista di oltre 170 casi negli ultimi sei mesi – senza morti o feriti per pura fatalità – sintomatici del clima anche dei futuri attacchi. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV) Hans Georg Maassen che non usa mezzi termini sui pericoli dell’escalation xenofoba. «La situazione nelle ultime settimane è notevolmente peggiorata. Non escludiamo che in futuro gli attacchi degli estremisti di destra ai centri per rifugiati possano portare a vittime» avverte il responsabile del Bundesamt für Verfassungsschutz intervistato dal settimanale Focus.

Alla base, una vera e propria strategia per sabotare il diritto di asilo, con mosse studiate sempre più a tavolino. Il rogo di Lunzenau precede di 48 ore l’allagamento della cantina dello stesso centro-rifugiati sulla Schillerstrasse: avvertimento in piena regola che avrebbe dovuto far scattare le contromisure, forse non così attentamente valutato dagli specialisti del BfV.

Pronta e unanime la condanna politica con ferme dichiarazioni da parte degli opposti schieramenti, a livello locale vale la pena riportare le parole fuori dal politichese di Volker Uhlig, «ex comunista» ora rappresentante Cdu al Senato della Sassonia: «E’ scioccante vedere che ci sono persone capaci di atti del genere».

Tuttavia, mentre Spd e Cdu trattano sulla nuova legge sull’immigrazione (con il favore del 63% dei tedeschi secondo il sondaggio Ard di ieri) a partire dall’accordo sulla lunghezza della «lista dei Paesi sicuri» in materia di asilo, anche in rete si può leggere il commento dello Spiegel che svela l’ipocrisia della politica tedesca.

«Il ministero dell’interno ha registrato ben 173 crimini contro il diritto di asilo: tre volte più che il primo semestre 2014.

Un numero vergognoso e inimmaginabile che dovrebbe valere almeno l’autocritica per il «fronte apatico» dei tedeschi che si sollevano contro l’Isis e l’evasione fiscale in Grecia…» riassume il giornalista Maximilian Popp.

Prima di ricordare che il presidente della Repubblica Joachim Gauck ha definito gli attacchi xenofobi «ripugnanti» e il ministro della giustizia Heiko Maas (Spd) «un’aggressione alla società» ma «attualmente non c’è un dibattito serio su cio che accade in Germania».

Al contrario per lo Spiegel il governo progetta la costruzione di muri e argini, oppure a congelare (come in Baviera) il «problema» anche in punta di diritto. «Dai primi di luglio c’è stato un restringimento delle misure sull’immigrazione: sui treni vengono controllate esclusivamente le persone con la pelle scura. Così non si smonta il risentimento, lo si alimenta».