«Syriza combatte e non è fuggita davanti alle responsabilità», dice con forza Panos Rigas, segretario della Coalizione della Sinistra radicale greca, in visita a Roma. Dopo aver incontrato la presidente della Camera, Laura Boldrini, e alcuni esponenti del mondo sindacale e dei movimenti, ha preso parte al dibattito «Le Sinistre Mediterranee per salvare l’Europa dall’austerità e dalla xenofobia». In questa intervista al manifesto spiega quali sono le priorità del governo guidato da Alexis Tsipras, dell’Europa e della grande occasione che si sta creando, in questa fase, per la sinistra italiana.

 

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Come giudica la decisione di Angela Merkel di candidarsi a un quarto mandato da cancelliera?

Non voglio giudicare le scelte che farà alla fine il popolo tedesco. È necessario, tuttavia, che il governo di Berlino comprenda che deve sostenere un’Europa che non può non essere unita. E soprattutto deve attivarsi per fare in modo che anche il popolo tedesco non soffra le conseguenze di politiche che provocano solo distruzione a livello sociale.

Le politiche della destra xenofoba e populista sono una delle maggiori minacce a livello globale…

Noi eravamo stati tra quelli che avevano avvertito che si andava incontro a questi pericolosissimi fenomeni. E mi riferisco, ad esempio, alle politiche sull’immigrazione e i profughi che hanno adottato molti paesi europei, con la chiusura delle frontiere e il mancato rispetto di quanto deciso sui ricollocamenti. In una realtà di questo genere, c’è chi sceglie di optare per l’originale scegliendo le forze che esprimono idee xenofobe, come Marine Le Pen, Nigel Farage o i populisti tedeschi dell’Afd.

E a livello economico secondo lei?

Sono le voci più estreme e populiste che cercano di avvantaggiarsi maggiormente della crisi. Se la sinistra non si fa sentire, se non interviene, si rafforzeranno, automaticamente, le voci del populismo che non vogliono un cambiamento della società. È chiaro, quindi, che la sinistra italiana, con la sua ricchissima tradizione, ora deve dimostrare di essere all’altezza di queste difficili sfide.

Ma proprio ieri il Financial Times ha scritto che se al referendum dovesse vincere il «No», l’Italia rischierebbe di uscire dall’euro. Come vede queste prese di posizione?

Giocare con le paure, può solo far vincere la destra della Brexit o far eleggere governi reazionari. Non è certo così che si creano nuove occasioni e nuovi equilibri in Europa. Credo che in questa fase, per la sinistra italiana si stia creando una situazione d’oro: deve riuscire a creare un progetto comune. E penso che il referendum, con le scelte che impone, la possa solo aiutare.

È ottimista sulla possibilità che l’Europa abbandoni realmente, in modo tangibile, le politiche di austerità?

Dopo sette anni di austerità e di memorandum, è chiaro a tutti che questa politica ha completamente fallito. I partiti socialisti europei devono sganciarsi totalmente dalle politiche neoliberiste e sostenere la battaglia delle forze di sinistra e di molti movimenti ambientalisti. Tutti devono capire che non ha più senso una discussione sull’applicazione dell’austerità e l’indebolimento dei diritti. Per quel che riguarda la Grecia, voglio dire che il governo di Alexis Tsipras ha combattuto e continua a combattere e non è certo fuggito davanti alle responsabilità. In questa fase sta giungendo a termine la seconda verifica di quanto pattuito con i creditori. La nostra assoluta priorità, ora, è l’alleggerimento del debito, con misure immediate e a medio termine, da attuare entro il 2018. In modo che la Grecia venga inserita nell’alleggerimento quantitativo della Bce, che la ripresa economica sia sostenuta e che il paese possa tornare a finanziarsi sui mercati.

E qual è il passo finale di questo cammino?

Uscire, ovviamente, dal commissariamento. È anche questa un’importantissima priorità, perché sappiamo bene che i governi democraticamente eletti non devono attuare nessun tipo di volontà espressa dai poteri economico-finanziari. Le elezioni, in Grecia, si terranno nel 2019, e noi, nel frattempo, rafforzeremo il fronte anti-austerità e continueremo a combattere l’evasione fiscale, la corruzione e gli interessi clientelari.