Anche qui al cohousing è tempo di vendemmia, giorni tra vigna e cielo: il trattore,i cesti, la lunga tavolata,il buon pranzo, le risate, i racconti .Da piccola la vendemmia e preparare la conserva erano le due grandi feste in campagna prima dell’inizio della scuola. Ricordo noi bambini che con le piccole forbici stacchiamo i grappoli dai tralci più bassi, dove i grandi arrivano solo piegando la schiena. Ma il bello arriva dopo, quando l’una viene pigiata ed allora non c’era pigiatura meccanica. Con piedi e gambe diligentemente lavati, pantalocini corti, ci immergiamo nelle botti sino a metà coscia e, forza, a pigiare. Poi, sudati, rossi, fin un po’ebbri, corriamo alla fontana per lavarci , ed è gioco di battaglie di acqua che durano in eterno, sino al grido severo degli adulti, alla cui attenzione siamo sfuggiti tra un grappolo e l’altro. La vendemmia è festa, ma è anche il raccolto ed il resoconto di un’intera annata di lavoro e di fatiche, di un patto con la terra: noi la curiamo e lei ci nutre e offre doni. Un patto antichissimo: nella ‘Storia della vendemmia’ di Bussi, Lavezzaro, Morando e Sozzani, si riscontrerebbe traccia di raccolta dell’uva e preparazione del vino a partire dal 10.000 a.C. E’ un patto tra noi e la terra che stiamo sempre più tradendo, man mano che abbiamo il potere di distruggere animali e vegetali che sono sopravvissuti ed evoluti nei secoli. Un patto tradito con il saccheggio senza limiti di fonti energetiche, ambientali, commestibili. Ed ora che aumentano catastrofi atmosferiche, legate a cambiamenti cosmici, il nostro compito è sempre più quello di proteggere la terra, per proteggere noi stessi e beni ambientali, culturali e paesaggistici . L’ecologista e teologo Pierre Rabhi si augura che l’ecologia diventi più che una disciplina uno stato di coscienza, per prendere coscienza dell’incoscienza con cui si gesticono le sorti della terra, affidandola a manomissioni incontrollate con il criterio dello sviluppo, tacciando di ingenuità quelle voci che invocano di prendersene cura. “Ecovillaggi:1001 modi per salvare il pianeta” è un libro scritto da Leila Dregger e Kosha Anja Joubert, due storiche attiviste del movimento degli ecovillaggi e presentato in occasione del 20° anniversario del Global Ecovillage Network (GEN), celebrato a Luglio proprio nel luogo in cui è nato nel ’95, a Findhorn, ecovillaggio scozzese. GEN è un movimento che pone in collegamento le esperienze di comunità intenzionali ecologiche presenti nel mondo per incontri, scambi culturali, educativi, di tecnologie.Il libro (in inglese) raccoglie trenta storie di comunità “ecologiche”che sono riuscite a costruire utopia, ma anche progetti di rinnovamento culturale e sociale, storie vita coraggiose che si arricchiscono di amore, relazioni,scambi . La vendemmia è finita, scende la notte ed il silenzio. Qui al cohousing ci si prende cura della terra, ma è sopratutto lei che ci aiuta a stare con noi e dentro di noi. Nella natura mi sento a casa, nella nostra casa.