Settembre. in paese, i bimbi sono tornati a giocare nei cortili della scuola. C’è preoccupazione per la vendemmia a causa delle grandinate e del tempo anomalo dell’annata. Anche qui nella casa di Orosia ci prepariamo alla vendemmia ed alla riunione dell’associazione per i progetti futuri.

Nel cohousing si è deciso di non acquistare più le verdure al centro commerciale. Massimo e la moglie vendono le verdure della loro terra in un banchetto in paese e il sapore fa la differenza. Giorni vicini, giorni lontani. A fine estate della mia infanzia in campagna, vado a salutare l’ortololano. Con l’elenco delle verdure dettato da mamma pesto i pedali della biciclettina sulla strada che sale al bric, alla sua capanna; vago nell’orto immenso cercandolo tra filari e piante.

Lo ricordo magro e curvo, le rughe in volto e la sigaretta accesa, odore di terra e ferramenta. È magia quel suo staccare le verdure dalla pianta, estrarle dalla terra come creature preziose. «Al prossimo anno signor ortolano».E con il mio oro nello zainetto, giù dal sentiero, senza frenare, a casa. Al ritorno in città, inizia la scuola: odore di cartoleria, di libro nuovo con pagine e illustrazioni bellissime, di carta appena stampata; il grembiule bianco stirato, il fiocco che sta su come una scultura.

La compagna di banco che ricordo con più affetto ha il grembiule sempre un po’ macchiato, il fiocco molle, i capelli ricci, incolti; nell’intervallo divide con me quella sua focaccia indimenticabile, impastata dalla mamma, segno di amore prezioso e quotidiano e della nostra amicizia.

Quando ci riuniamo per l’associazione di Orosia, al tepore dell’ultimo sole pomeridiano, penso a quanto siano importanti, nei nostri sogni e progetti adulti i momenti felici dell’infanzia. Parliamo delle giornate della Serra. A Bollengo, ai primi di Settembre, si sono svolte le Giornate della Serra. È una manifestazione che dal 2010 si alterna annualmente tra un comune del Canavese e uno del Biellese.

Valorizza in un’ottica ecologica il patrimonio culturale, turistico e naturale il territorio di questi paesi, zona, tra le più suggestive della Serra Morenica. La morena si forma per accumulo di sedimenti di detriti rocciosi trasportati da un ghiacciaio nel suo scorrimento verso valle. La Serra di Ivrea è formata dal trasporto verso la pianura Padana di sedimenti del ghiacciaio lungo la vallata della Dora Baltea. Origina alle pendici del Mombarone (2371 m s.l.m.) e dopo un percorso rettilineo di 20 km si sfrangia nelle alture del lago di Viverone.

Il programma delle giornate della Serra propone passeggiate tra il verde smeraldo dei boschi ed il terracotta dei tetti lungo il sentiero della Via Francigena, la mostra «L’impronta del ghiacciaio» sull’anfiteatro morenico, artisti di strada, concerto di fisarmoniche, banda, trebbiatura del grano con macchine d’epoca. Il cuore della manifestazione è il convegno organizzato da un «buon» sindaco: «dal paesaggio al territorio».

Pone a confronto, sul fronte dell’enologia, dell’agricoltura e dell’impresa, esperienze di piccoli imprenditori della Serra che sviluppano il loro mercato al di fuori della rete della grande distribuzione. E qui casa Orosia, presenta l’Erbaluce di Orosia, la storia del vigneto, della casa e la proiezione del documentario Ridente la calma di Giacomo Del Buono dedicato a Remo Falconieri, noto viticoltore canavesano.

Storie di nuove economie, ma soprattutto di passione per la terra e proposte di stili di vita «ecosostenibile». È la speranza di uno sviluppo «umano» della nostra civiltà. Alla sera in paese non c’è il ballo a palchetto, ma siamo tutti a cena ai tavoli all’aperto, come nelle feste di campagna dei nostri nonni. Nonni lontani, nonni vicini.