«Dopo sette anni di processi e perizie, vogliamo che finalmente emerga la verità sulla morte di mio figlio Stefano».

Questa volta a parlare è il padre di Stefano Cucchi, Giovanni, intervenuto via telefono a una manifestazione animalista organizzata ieri a Pavia per protestare contro la cultura di sopraffazione che ha spinto quattro giovani di Sangineto (Cosenza) ad impiccare un cane randagio. La stessa cultura che, hanno spiegato gli organizzatori, ha mosso la mano dei picchiatori di Stefano.

«Quello che ormai è certo, e che emerge anche da quest’ultima perizia – ha aggiunto Giovanni Cucchi – è che Stefano ha subito un pestaggio. Non vogliamo colpevoli a tutti i costi, ma se c’è qualcuno tra le forze dell’ordine che ha sbagliato, deve pagarne le conseguenze e deve essere emarginato dal suo ruolo. Lo Stato non deve cadere in eccessi che rischiano di rendere molto fragile la nostra democrazia».