Al Senato è passato a maggioranza un emendamento che esclude ordini e collegi dagli obblighi di incompatibilità e di inconferibilità degli incarichi. È la risposta del governo Renzi alla nostra battaglia per sanare i conflitti di interessi che riguardano soprattutto senatori di Pd e Forza Italia che allo stesso tempo sono anche presidenti dei tre più importanti ordini professionali del paese: medici, farmacisti e infermieri. Quasi l’intero popolo della sanità. L’emendamento che in pratica evita di attuare il decreto legge n. 39 in attuazione della legge n. 190/2012, («disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione»), è il frutto della trasversalità degli interessi personali in gioco, e ammette la possibilità di fare il presidente di ordine anche se si è pensionati.

Un emendamento quindi fatto su misura per la senatrice Silvestro, che come presidente Ipasvi (Federazione nazionale collegi infermieri) è già pensionata, e per il senatore Bianco, che se non è già in pensione è prossimo ad andarci. Questo emendamento, escludendo ordini e collegi dall’incompatibilità e dall’inconferibilità degli incarichi di presidenza, non mette tetti ai mandati né al loro rinnovo. Per cui coloro che da molti lustri occupano delle poltrone possono continuare ad occuparle all’infinito. Non a caso il M5S che da solo ha fatto la battaglia contro, ha definito l’emendamento «salva gerontocrazia».

Ed ora qualche considerazione. La prima è che la questione dei conflitti di interesse ricade nell’ambito delle competenze del Piano nazionale anticorruzione di competenza del dipartimento della Funzione pubblica e dell’Anac attualmente presieduta da Cantoni; cioè è e resta una questione di etica pubblica. Quindi la battaglia continua.

La seconda è che il conflitto di interesse, nel caso degli ordini e dei collegi, è anche una grande questione professionale. Con il consolidarsi di questi “padronati” l’autonomia delle professioni deperisce e i loro problemi marciscono vittime dei collateralismi e dei consociativismi. La terza riguarda la doppia morale riformatrice e controriformatrice del governo Renzi: da una parte la riforma della Costituzione con tutti le grandi aporie relative alla tentazione autoritaria, dall’altra un vero ’sub riformismo’, ovvero la negazione delle vere necessità riformatrici. Il riordino degli ordini in discussione al Senato è tutto meno che una riforma: è completamente avulso dai problemi veri di operatori e cittadini, è solo un pretesto per aggiustare e rafforzare i poteri personali dei presidenti.

Infine, vediamo gli effetti di questo esecrabile emendamento. Non c’è dubbio che la credibilità personale di questi presidenti “per forza” ormai lascia il tempo che trova; e non c’è dubbio che il problema del conflitto di interesse resta irrisolto e che da questo deriverà maggiore conflittualità. Ce ne accorgeremo in autunno quando gli infermieri andranno a votare per rinnovare i loro collegi: ormai gli infermieri stanno sempre più aprendo gli occhi. Ciò aggraverà la già scarsa considerazione che gli operatori hanno tanto degli ordini che dei collegi e rafforzerà la convinzione di coloro che sostengono che la miglior riforma è, come già è avvenuto in tanti paesi, la loro abolizione.
Per chiudere voglio richiamare l’autorità morale di don Luigi Ciotti, che con Libera ha aderito al progetto «illuminiamo la salute»promosso dalla senatrice Pd Dirindin, autorevole membro di quella commissione dove si stanno consumando tanti misfatti contro la trasparenza. L’obiettivo di questa lodevole iniziativa, che sottoscrivo, è garantire alla sanità un «piano per la trasparenza». Mi chiedo se è credibile fare trasparenza scansando i problemi che riguardano i grandi poteri economici che sono gli ordini e i collegi. Mi chiedo se oltre ai vasti fenomeni di corruzione nella sanità,più volte denunciati dalla Corte dei Conti, non si debbano comprendere nell’ambito della non trasparenza anche le tante opacità, i tanti arbìtri, i tanti poteri discrezionali che derivano da chi presiede senza controllo ordini e collegi. Mi chiedo se è moralmente accettabile che presidenti-senatori degli ordini, per ritagliarsi su misura le norme per giustificare la loro sopravvivenza, abusino dei loro poteri a danno di tutti.

La presidente dell’Ipasvi, senatrice Silvestro, è la vera beneficiaria di quell’emendamento che le consente di essere presidente benché pensionata. Ebbene la stessa senatrice insieme a Dirindin, ha presentato un disegno di legge sul ricambio generazionale degli infermieri. Gli infermieri a tre anni dal pensionamento dovrebbero dimezzarsi lo stipendio dimezzando il loro orario di lavoro per far posto ai disoccupati non oltre i 35 anni. Senza parole.