Dall’Indonesia, al Pakistan, dagli Stati uniti all’Europa, dal Medioriente all’Africa, si moltiplicano le mobilitazioni contro il massacro dei palestinesi. Molte le prese di posizioni ufficiali dei governi che respingono l’aggressione israeliana. In Sudafrica, l’African National Congress (Anc) ha usato toni particolarmente duri esprimendo «nei termini più energici la condanna per i brutali attacchi contro il popolo palestinese indifeso di Gaza, che ricordano le atrocità della Germania nazista».
In Francia, un folto gruppo di associazioni e organizzazioni invitano a una grande manifestazione di sostegno alla resistenza palestinese contro «l’aggressione sionista» per domenica, davanti al Metro Barbes. Altri gruppi si sono dati appuntamenti per oggi al Metro Couronnes. E anche ieri si sono sono organizzati presidi e appelli. «Lo stato e i coloni sionisti – scrivono le organizzazioni di sostegno in Francia – usufruiscono di un’impunità totale da parte della ‘comunità internazionale’ che non perde occasione per condannare gli atti di resistenza del popolo palestinese sotto occupazione. Per questo ci impegniamo a rafforzare le nostre azioni nel quadro della campagna Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (Bds)». In Francia, dalle mobilitazioni internazionali è stato lanciato un appello, firmato da personalità e militanti solidali con la lotta del popolo palestinese. Da lì la nascita di un’agenzia di informazione, l’Agence Media Palestine (www.agencemediapalestine.fr). Una struttura «competente e qualificata nel campo dei media, del diritto e della comunicazione, al servizio del movimento di solidarietà».
Mercoledì, la televisione palestinese Annur Tv ha lanciato la campagna «Il mondo dice: Basta!», con un video di due minuti che mostra l’attacco israeliano contro la Striscia di Gaza e i morti, il cui numero continua a crescere. Nel video, si vedono anche diverse manifestazioni internazionali di sostegno, finite con cariche e feriti.
Forte e diffusa la solidarietà ai palestinesi in America Latina. Il primo a schierarsi «a nome del governo e del popolo» bolivariano, il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro. Dopo aver condannato la recente uccisione di tre giovani israeliani e aver auspicato un’accurata inchiesta sull’episodio, Maduro ha condannato gli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza e respinto «in modo energico l’ingiusta e illegale risposta militare che viola il diritto internazionale, quello alla vita e alla dignità». Anche il presidente del parlamento, Diosdado Cabello ha condannato l’aggressione, unendosi all’invito a manifestare lanciato dal popolo chavista. «Il popolo e il governo nicaraguense si solidarizzano con il popolo palestinese nella lotta per la pace», ha dichiarato il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega.
In Uruguay, il governo ha espresso «la sua energica condanna agli attacchi militari effettuati da Israele nella Striscia di Gaza», e l’appello « a tutti gli attori internazionali coinvolti nel conflitto a negoziare urgentemente un cessate il fuoco e una soluzione negoziata del conflitto». Anche la confederazione sindacale Pit-Cnt ha manifestato la propria condanna all’aggressione e il fermo sostegno al «diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese». Dichiarazioni che hanno fatto infuriare l’ambasciatore israeliano in Uruguay. Condanne anche da Salvador, Cile e Bolivia. Il neoliberista governo messicano ha invece espresso «preoccupazione per l’escalation di violenza nella Striscia e in Israele».