Firmato ieri in Prefettura a Bologna l’accordo tra Legacoop e il sindacato Si-Cobas sulla vertenza Granarolo. La lega delle cooperative si è impegnata a «riavviare un percorso di assunzione dei lavoratatori «a tempi pieno e indeterminato senza periodo di prova e con identico livello di inquadramento rispetto all’attuale».

Previsto il reintegro di 37 lavoratori che fanno capo a Legacoop entro il 31 agosto. La cig in deroga verrà estesa per 60 giorni, in attesa che i lavoratori trovino una collocazione. Per il Si Cobas le aziende interessate «rinunceranno ad ogni pretesa economica (secondo i loro calcoli un milione e 950 mila euro) per i danni provocati dagli scioperi e ritiro delle denunce fatte dalle aziende presso le istituzioni competenti a carico delle persone che a vario titolo hanno partecipato attivamente alle proteste legate alla presunta vertenza».

«Il 23 luglio – continua il sindacato – si procederà alla firma dei verbali di conciliazione economica per la parte economica pregressa richiesta dai lavoratori». L’accordo prevede il reintegro di 22 lavoratori, nove erano già entrati, in base all’accordo di luglio 2013 e sei di loro saranno incentivati all’esodo. Per i restanti 14 lavoratori Cogefrin è previsto lo stesso percorso per arrivare, entro una settimana, alla firma dell’accordo in Prefettura.

«Fino al completamento del percorso di ricollocazione – aggiunge il sindacato – il comitato dei licenziati alla Granarolo manterrà la propria struttura organizzativa e si attiverà qualora fossero disattesi gli accordi». I collettivi che hanno solidarizzato con i facchini esprimono soddisfazione. Il centro sociale Crash lo definisce un «gigantesco passo in avanti imposto dalla straordinaria resistenza degli operai nei confronti dei padroni».

«Dobbiamo generalizzare le lotte dei lavoratori della logistica» aggiunge il collettivo Hobo. La protesta dei facchini è iniziata dopo una riduzione del salario operata dalla ditta in appalto Sgb che lavorava con Granarolo (Legacoop) e per conto della Cogefrin ed era proseguita a seguito del licenziamento di 51 lavoratori.