Yoram Gutgeld ha fatto un intervento a difesa della legge di stabilità abbastanza inusuale (11 novembre, Il Sole 24 ore). Più che un intervento sembra un comizio: tutti avrebbero sottovalutato la portata e l’efficacia della legge di stabilità. Gutgeld ricorda le «misure per stimolare gli investimenti privati e pubblici: una forte riduzione della tassazione dei profitti da impresa – in realtà si attende il responso della Commissione Europea per la così detta clausola immigrati per ridurre nel 2016 l’Ires ed altre imposte -, il bonus per chi investe in macchinari nella forma di un super ammortamento, l’eliminazione dell’Imu sui macchinari imbullonati… riconferma in forma ridotta degli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato». Tra le altre cose riesce a ribaltare l’effetto delle misure sulla sanità: «Non solo il governo ha aggiunto un miliardo al fondo, ma ha riformato la gestione degli acquisti e delle strutture ospedaliere… i tagli di spesa, oltre alla riduzione delle tasse, serve proprio a garantire la difesa e il rilancio dei servizi».

Se non fosse il braccio destro del presidente del consiglio potremmo alzare le spalle e continuare in cose più serie. Purtroppo ha un ruolo importante. Tra l’altro non sembra nemmeno «consapevole» del segno delle misure presenti nella legge di stabilità.

Un bel guaio. Se fossimo in un paese appena decente dovrebbe dar conto di una serie di falsità.

In molti hanno evidenziato non le contraddizioni, ma le inesattezze della legge di stabilità. Rimane il problema Yoram Gutgeld, il quale si avvale di molti contatti e collaboratori, in realtà alcuni hanno deciso di gettare la spugna proprio sui temi che rivendica come centrali nella legge di stabilità, e si arrampica sui vetri per giustificare una manovra che agli occhi di molti economisti è un insieme di cose buttate lì in attesa di tempi migliori.

Gutgeld si supera quando afferma che «l’accelerazione della nostra crescita, in controtendenza rispetto a molti altri Paesi, è in buona parte frutto delle politiche economiche del governo». Cresciamo meno di tutti i paesi europei e spacciamo lo 0,8% come un successo? Presuntuoso e falso.

Se non fosse consigliere economico del governo e capo della Spending Review, millanta successi che la legge di stabilità non indica, l’articolo di ieri per Il Sole 24 ore passerebbe inosservato. Troppo manifesta la distanza tra le cose scritte nell’articolo e il provvedimento in discussione al Senato.

Secondo Gutgeld le tasse si riducono di 35 miliardi annui con una manovra che taglia 20 miliardi di spesa e un recupero aggiuntivo di evasione fiscale. Spaccia la riduzione fiscale come vera quando in realtà si tratta di una ricollocazione della voce 80 euro da tax expenditures a riduzione delle tasse.

Gutgeld non è propriamente un esperto di finanza pubblica e conosce poco la macroeconomia. Diversamente non assocerebbe la riduzione delle tasse, della spesa pubblica e la riduzione del debito, con un apporto del denominatore praticamente nullo, a politiche espansive.

Inoltre, lo stato sociale che esce dalla legge di stabilità si prefigura come un sussidio e non come stato sociale alla Beverdige (1944). Ri-formulando Minsky (Lavoro, non sussidi), possiamo ricordare a Gutgeld qualcosa che appartiene all’economia del benessere – liberale -: stato sociale, non sussidi.