«Rivoluzione e restaurazione» è il tema scelto per la prima conferenza italiana di «Historical Materialism», la rivista inglese che da dieci anni organizza in tutto il mondo conferenze, workshop e incontri sul marxismo e il pensiero critico radicale. Da oggi e fino a sabato a Roma, alla terza università in via Ostiense 234/236 (Metro Marconi), al Centro sociale La Strada e al cowork Millepiani (Metro Garbatella) 130 studiosi e ricercatori, filosofi e non solo, provenienti da tutto il mondo si confronteranno a partire da quattro tematiche: la teoria marxista, il diritto alla città, il potere e la creazione di nuove istituzioni e l’attualità generata dal disordine mondiale.

L’alternativa ai festival

Quello che si presenterà ai curiosi, agli studenti e a tutti coloro che sono interessati a questi temi sarà uno scenario poco consueto nel nostro paese. Abituati ormai ai festival di filosofia, o della letteratura, dove chi conta è l’«autore» che parla in una lezione frontale e impartisce alla folla radunata nelle piazze il peso del suo sapere o dei suoi vaticinii, qualcuno resterà stupito dal vedere un altro «set». Il mega-incontro si svolgerà in contemporanea ed è stato organizzato in centinaia di micro-conferenze e dibattiti tematici composti da brevi relazioni, il commento di uno o più «discussant» e il dibattito con il pubblico. Lo stile è quello orizzontale del confronto e della discussione, chi ha un sapere acquisito durante le sue ricerche e le pratiche militanti lo mette a disposizione di chi studia o ha fatto le stesse esperienze in un’altra nazione, o in un altro continente. Lo stile è democratico ed è ispirato all’idea di laboratorio o seminario, un «esperimento» lo definiscono gli organizzatori italiani della conferenza romana che hanno frequentato le conferenze annuali londinesi di «Historical Materialism», diventate ormai un appuntamento fisso a livello mondiale e celebri anche per la formula, forse sovrabbondante: quella che intreccia centinaia di conferenze, in maniera contemporanea, nello stesso giorno.

«Il nostro progetto è quello di organizzare una conferenza largamente internazionale con ospiti in gran parte stranieri – afferma Jamila Mascat, filosofa e componente del comitato organizzativo italiano con Dario Gentili, Michele Filippini, Giuseppe Allegri, Chiara Giorgi, Luisa Corna e Eleonora Forenza – Il nostro obiettivo è costruire un dialogo internazionale non ristretto solo al marxismo ma allargato al campo degli studi critici. Il tema “rivoluzione e restaurazione” l’abbiamo scelto perché quest’anno è il bicentenario del Congresso di Vienna. Il nostro tentativo è di pensare oggi la rivoluzione nella restaurazione. Viviamo infatti in una fase di riflusso in cui nel femminismo, come nelle lotte del precariato, quelle della logistica e dei migranti o per il diritto alla città, si sperimentano forme di lotte e trasformazioni rivoluzionarie che negoziano margini di agibilità nel processo di restaurazione neo-liberista, in particolare dal 2007 a oggi. Il problema che vogliamo affrontare è il seguente: come possono le nuove soggettività che reclamano i diritti dal basso e creano nuove istituzioni evitare di essere assorbiti dai meccanismi della “restaurazione” a cui siamo tutti sottoposti?».

Una storia eretica delle idee

Ripercorrere la storia di una rivista come Historical Materialism (www.historicalmaterialism.org) è particolarmente interessante per ricostruire le fila di una parte del pensiero critico e radicale a livello globale e raccontare come il marxismo tradizionale si è aperto e intrecciato con il femminismo, gli studi sul post-colonialismo, la filosofia francese al di fuori del decostruzionismo e della cosiddetta «French Theory» esportata dai dipartimenti americani di letteratura. «HM», come viene e definita una rivista che ha pubblicato ad oggi più di 150 libri e organizza conferenze di studio dagli Stati Uniti all’India o all’Australia, ha un altro modello di riferimento: il rapporto tra politica e cultura, tra pratiche militanti e elaborazione teorico che costituisce il punto di riferimento per più di una generazione di intellettuali e attivisti.

Tutto nasce nel 1997, quando «HM» è stata fondata, prodotto della ricerca marxista nell’università inglese, una corrente ampia e tuttavia nascosta che aveva il centro in un seminario alla London School of Economics. A quel tempo la ricerca rifletteva sull’impasse nel rapporto tra teoria marxista e la sinistra radicale inglese. Le matrici culturali della rivista erano a quel tempo in gran parte troskiste, una corrente politica che in Inghilterra ha avuto un ruolo molto più ampio che in altri paesi. Poi c’erano correnti della sinistra laburista e di quella libertaria.

«Le catastrofi dell’era Thatcher erano dietro di noi, mentre il nuovo ciclo delle lotte di Seattle non era ancora iniziato», ha raccontato Sebastian Budgen, uno dei membri del comitato editoriale insieme, tra gli altri, al gramsciano Peter Thomas e allo studioso postoperaista Matteo Mandarini -. Lo scenario culturale risentiva pienamente della rivoluzione neoliberista che aveva cambiato segno e dai conservatori era passata alla «Terza Via» di Anthony Giddens, del «blairismo» trionfante, quando il «neoliberismo» diventò la bandiera del partito laburista, segnandone la trasformazione nel «partito dell’estremismo centrista», pilastro di un sistema economico altamente finanziarizzato.

«HM» ha fatto il lavoro della talpa, si è strutturato e oggi restituisce un panorama ben più ampio e pluralistico dove è possibile condurre quella che una volta Marx definì l’«impietosa critica di tutto ciò che esiste», a partire dallo stesso marxismo. «Lo scopo di una critica marxista oggi – affermano gli editori della rivista – è offrire un’analisi autoriflessiva della conoscenza senza naturalizzare o reificare la separazione tra i suoi settori. Questa rivista è un forum marxista che coltiva contatti internazionali e ospita ricerche provenienti anche da paesi non anglofoni. è il nostro modo di contribuire alla denuncia del capitalismo in tutto il mondo».

Il programma

I centro trenta interventi previsti nella conferenza romana di «Historical Materialism» (da oggi a sabato all’università di Roma Tre, al Csoa La Strada e al cowork Millepiani) sono stati selezionati a partire da una «call for paper». I relatori hanno inviato a giugno scorso i temi e gli abstract dei loro interventi che sono stati successivamente selezionati dal comitato organizzatore dell’iniziativa e sistemati in decine di «panel» seguendo i seguenti assi tematici: «il marxismo e la filofia: il dibattito italiano e i suoi effetti internazionali» al quale, tra gli altri parteciperanno Roberto Finelli e Riccardo Bellofiore. Olivia Fiorilli e Renato Busarello («Queering Marxism», il loro seminario); Cristina Morini e Valeria Ribeiro Corossacz. Si parlerà di Marx e Foucault (con Elettra Stimilli e Sandro Chignola), di Marx e Spinoza (con Vittorio Morfino). Il filosofo Paolo Virno presiederà una sessione sabato dove si parlerà di «marxismo e continuità capitalistiche».

Il secondo asse temativo è «Il nuovo disordine mondiale: crisi, conflitti, trasformazioni delle lotte di classe». In questo quadro sabato al «Millepiani» in via Nicolò Oderosi terrà la conferenza su «Rivoluzione e restaurazione» con il filosofo e senatore del partito democratico Mario Tronti, Giacomo Marramao, Stefano Azzarà e Ida Dominjianni. Non mancherà una riflessione sulla categoria gramsciana di «rivoluzione passiva», particolarmente utile per spiegare il titolo della conferenza «Rivoluzione e restaurazione». La discussione è affidata a Pasquale Voza oggi nell’aula 26 di Roma Tre in un panel coordinato dall’euro-deputata de «L’altra Europa con Tsipras» Eleonora Forenza.

Il terzo asse tematico è quello del «diritto alla città», un concetto proposto dal geografo David Harvey e assunto nel pensiero critico. Si prevede tra gli altri un seminario sull’«economia urbana» con un intervento di Maria Rosaria Marella e Daniela Festa sulla «sharing economy». L’ultimo asse è quello dei «poteri, forme organizzative e nuove istituzioni» che presenta tra l’altro un incontro con Alessandro Arienzo, Paolo Napoli e Pierangelo Schiera sul tema «Istituzioni e governance» (domani) e un incontro con Giuseppe Allegri e Giuseppe Bronzini che rifletteranno sui conflitti e le forme della politica nell’Europa tedesca. Il programma completo, comprensivo di orari e date, è su: hmrome2015.wordpress.com.