Intrusi che arrivano dal cielo e che sono affamati di sangue, multimiliardari potentissimi che inseguono a qualunque costo –monetario o umano- il miraggio della vita eterna, scienziati tormentati e visionari, il gusto per un’insalata di horror e sci fi, uno sfoggio quasi enciclopedico di conoscenza del cinema di serie B…. Sono molti i punti in comune tra Extant e The Strain, due serie arrivate in USA a inizio estate (sul network CBS e sul più temerario canale via cavo FX) e i cui piloti sono presentati in questi giorni al RomaFictionfest. In comune, questi due oggetti di pura televisione pop corn hanno anche la firma d’autore – sono infatti targati Steven Spielberg e Guillermo Del Toro.

Nelle interviste rilasciate prima della messa in onda, Spielberg ha minimizzato i legami tra la patinata creazione di Mickey Fisher, con Halle Berry e Goran Visnjic tra i protagonisti, e alcuni dei suoi film, in particolare il capolavoro A.I. e Minority Report. In realtà è impossibile non vedere (e apprezzare) Extant come una serie di variazioni su alcuni dei temi forti del cinema del regista di E.T. e Lincoln: il rapporto esclusivo di una madre con il suo bambino (anche quando lui non è umano al 100%…), la fascinazione per ciò che arriva dallo spazio e gli interrogativi che stanno in quell’incontro, la riflessione etica sull’umanizzazione dell’ intelligenza artificiale e l’uso disumano del potere e della tecnologia.

Nella serie, Berry è l’astronauta Molly, che torna inspiegabilmente incinta da 13 mesi di navigazione spaziale solitaria. Visnjic è suo marito scienziato, e creatore di un bambino robot, Ethan, intelligentissimo e apparentemente anche sensibile, che i due hanno adottato (lei è sterile) e che sarà il prototipo per una nuova linea di robot in lavorazione. Una vaga atmosfera da Rosemary’s Baby aleggia già nell’episodio pilota, durante il quale Molly inizia ad avere delle visioni incubo di quello che è successo nel viaggio, e dietro al visino giudizioso di Ethan si intravedono squarci di una freddezza sinistra. Con il procedere delle puntate, l’attenzione si sposta sull’altro «figlio» di Molly, quello concepito nello spazio e su cui il Centro ricerche ha misteriose mire.

Diversamente da Spielberg, Del Toro non ha formalmente preso le distanze tra le sue ossessioni personali e The Strain. Anzi. Lo show è infatti tratto dal primo volume di una trilogia di libri cofirmati dal regista di Pacific Rim insieme a Chuck Hogan. Lo stesso Del Toro, inoltre, ha diretto il pilota delle serie conferendo così a The Strain una decisa impronta horror/gore, che rimanda a classici «alti» del genere come Nosferatu e ai coloratissimi Dracula della Hammer ma anche a revisioni più recenti del tradizionali miti gotici, come il Re-Animator di Stuart Gordon.

http://youtu.be/xydwSmHvsls?list=UUEMt6iynRwr_3fCy5YAA7ew

Bella e molto spettrale la trovata d’apertura della serie in cui, un aereo di linea, dopo aver troncato tutte le comunicazioni con la torre di controllo, atterra all’aeroporto di New York nel buio totale e, pare, con a bordo solo morti. Alcuni dei cadaveri, però, poi si svegliano. E all’obitorio notano certe punturine sul collo. Una sontuosa cassa da morto formato gigante anticipa il resto…..Corey Stoll (il deputato rampante di House of Cards) e Mia Maestro sono gli analisti del Center for Desease Control responsabili dell’inchiesta. In un doveroso omaggio al segno politico di tanti grandi autori di cinema B, i cattivi/succhiatori sangue sono ricchissimi.