Poteri rafforzati alla Protezione civile, che potrà comprare direttamente i container. Carta bianca ai Comuni per la messa in sicurezza dei beni architettonici e artistici. Quasi undici milioni di euro per sostenere gli allevatori danneggiati dal sisma. Il decreto legge sull’emergenza terremoto è stato varato ieri dal Consiglio dei ministri, seppure con la clausola «salvo intese»:il che significa che potrà ancora cambiare, e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale – prevista per l’inizio della settimana prossima – potrebbe in teoria slittare. Il governo ha anche ufficializzato la nomina del prefetto Francesco Paolo Tronca alla Struttura di Missione contro le infiltrazioni della criminalità.

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Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi

Il decreto, come spiega Palazzo Chigi, prevede «nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni e dei territori interessati dagli eventi sismici del 2016» e «detta norme volte a consentire interventi accelerati per poter affrontare con efficacia le conseguenze delle nuove scosse di terremoto verificatesi tra il 26 e il 30 ottobre, tenendo conto dell’approssimarsi della stagione invernale».

«L’emergenza principale di cui il dl si occupa – spiega ancorta la Presidenza del consiglio – è quella di garantire un’adeguata assistenza abitativa alle popolazioni colpite dalle ripetute scosse. Per fronteggiarla, si prevede che il Dipartimento della protezione civile possa, con procedure rapide e trasparenti, acquisire i container e, sulla base delle indicazioni dei Comuni, individuare le aree sulle quali installarli».

Procedure «rapide e trasparenti»: il secondo aggettivo cerca di esorcizzare il rischio di infiltrazioni della criminalità e corruzione, presente in tutte le opere pubbliche, senza contare gli scandali in cui la Protezione civile – sotto diversi dirigenti – in passato era incorsa, con diversi filoni di inchiesta.

Problematico anche il secondo punto, quello relativo alla possibilità per i Comuni di intervenire in maniera diretta sui beni architettonici e artistici: «Per la messa in sicurezza del patrimonio storico e artistico – spiega il governo – i Comuni interessati hanno la facoltà di effettuare direttamente gli interventi indispensabili, dandone comunicazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo». La tempestività è in casi come questi più che comprensibile, ma hanno i Comuni – spesso molto piccoli – le competenze tecniche e il personale adatto per mettere in sicurezza monumenti e beni artistici, tesori la cui importanza va spesso al di là della dimensione locale?

Nel caso di piccoli danni agli edifici privati, si dà l’ok all’intervento degli stessi proprietari: «Al fine di favorire il rientro nelle case, per gli edifici con danni lievi, che necessitino cioè soltanto di interventi di immediata riparazione, si prevede che i soggetti interessati possano – previa presentazione di apposito progetto firmato da un professionista abilitato che documenti il nesso di causalità tra il sisma e lo stato della struttura, oltre alla stima del danno – procedere al ripristino dell’agibilità».

Il decreto ha poi affidato all’Anas «il compito di intervenire con urgenza per la messa in sicurezza e il ripristino della viabilità delle infrastrutture che rientrano nelle sue competenze e di quelle degli enti locali devastati dai ripetuti sismi».

Misure sono previste anche per consentire la prosecuzione delle attività didattiche nelle zone colpite. Ancora: sono stati stanziati 10.942.300 euro per il sostegno dei settori del latte, della carne bovina dei settori ovicaprino e suinicolo. Coldiretti ha apprezzato l’intervento, ricordando che in Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio sono a rischio ben 3 mila imprese agricole.

Nelle quattro regioni, infine, per sostenere i Comuni, si è autorizzata l’assunzione a tempo determinato di personale tecnico e amministrativo fino a un massimo di 350 unità. Previsto anche il rafforzamento della struttura della Protezione civile e di quella del Commissario straordinario alla ricostruzione Vasco Errani.