Non è facile definire i contorni di «I Mille Occhi», il festival diretto da Sergio M. Grmek Germani, che si tiene al Teatro Miela di Trieste dal 16 al 22 settembre con un’anteprima al cinema Trevi di Roma Cineteca Nazionale (13-14 settembre). Innanzi tutto si dichiara «speri mentale e popolare insieme come lo era Matarazzo»
Tanti e diversi sono le derivazioni e le interconnessioni della manifestazione a cui bisogna accedere con curiosità cinefila e voglia di scoperta. La prospettiva delle tredici ore intere di girato di Nostra Signora dei Turchi di Carmelo Bene sono solo un esempio delle scoperte che si possono fare in questa quindicesima edizione intitolata «Eternal Breasts», citazione del primo film Kinuyo Tanaka (1955). Di Carmelo Bene è in programma anche Hermitage del ’68.
Il superamento dei limiti tra cinema del presente e del passato è una delle caratteristiche della manifestazione con la vocazione del cinema raro di diverse epoche da vedere come per la prima volta, superando le idiosincrasie della critica.

Vlado Skafar

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Il premio del festival si chiama «Anno uno» in omaggio a Rossellini e sarà assegnato a Vlado Skafar, regista sloveno classe 1969, cofondatore della Cinemateca slovena e di Isola Cinema Film Festival, film d’esordio Stari most, pianosequenza sul ponte distrutto di Mostar, un «atto teorico di cinema contro la distruzione».
Fa parte della personale di Skafar a cura di Mila Lazic in anteprima nazionale il recentissimo Mama, (2016) una coproduzione italiana. Autore, si dice nella motivazione al premio «di film come Otroci , Deklica, alcuni dei momenti più insofferenti delle catastrofi che dominano il nostro tempo: l’immagine mentale dei tuffi nel vuoto dell’11 settembre, gli «spariti» che si continuano a dire pogrešani non volendo dirli morti».
Vlado Skafar fa parte del cerchio magico dei mille occhi anche perché nella sua personale Top Ten dei migliori film della storia del cinema ha inserito Kril’ja di Larisa Šepit’ko .

Retrospettiva

Prosegue e amplia la retrospettiva del cinema tedesco di Locarno (su cui scrive qui accanto Sergio M. Grmek Germani) la retrospettiva tedesca in epoca Adenauer curata da Olaf Möller , film su migranti ed esuli che sembrano parlarci dell’attualità, firmati da Harald Braun, Frank Wysbar, G.W. Pabst.

Camerini ritrovato

Scoperto e restaurato dalla Cineteca del Friuli Il festival presenta in anteprima assoluta il film creduto perduto per sempre: Il documento di Mario Camerini, un film del ’39 girato a Cinecittà dove tre tipi cercano di imbrogliare un anziano conte, difeso dal suo maggiordomo con la minaccia di esibire un documento compromettente, una sceneggiatura a cui partecipò perfino Mario Pannunzio con Camerini, Castellani, Soldati, Perilli, interpretato dai padri nobili dell’epoca Ruggero Ruggeri e Armando Falconi, più Maria Denis, adatta alle parti di fragile fanciulla, attrice che poi fu cancellata come tanti altri diventati celebri con il cinema dell’epoca fascista, una storia che sembra chiarita, ma non lo è abbastanza.

Cinema veneto riscoperto 

Dario Stefanoni segue la pista della ricerca nelle cineteche dei film di registi veneti poco noti come Renato Dall’Ara e Walter Santesso in un programma dal titolo «Mondo piccolo grande ombra (I veneti sono matti, I)»: in apertura si proietta Mobby Jackson (1960) di Renato Dall’Ara, con Lissia Kalenda, interprete da riscoprire, quindi Scano Boa (1961) con Carla Gravina, Quando la pelle brucia (1966). Di Walter Santesso oltre al provino per Federico Fellini, è in programma Eroe vagabondo (1966), L’importanza di avere un cavallo (1969), Il volo con Maria Fiore (’92) celebre volto del neorealismo.

Dalla pietà all’amore

Programma su Luca Comerio, pioniere del cinema nato nato nel 1878, fotografo e documentarista, realizzato in parallelo con la personale triennale delle Giornate del cinema muto di Pordenone, e con il progetto «Cinema italiano e grande guerra» della Cineteca del Friuli.

Si mostrano suoi vari film realizzati intorno al 1910-1911 (Il carnevale di Nizza, La famiglia Reale nell’intimità, La guerra italo-turca, Vita di ascari eritrei, La presa di Zuara, Esercito italiano: plotone nuotatori di cavalleria, Lago d’Iseo, Excelsior!) e anche altri a questi commessi come Umanità di Elvira Giallanella, (1919), Gli ultimi giorni dell’umanità di Luca Ronconi, da Karl Kraus (1990), La ragazza e il generale di Pasquale Festa Campanile, con Virna Lisi. Con in più Genina e Carmine Gallone e qualche altro imprevedibile inserto.

Cinema di poesia dal Friuli alla Sicilia

In ricordo di Guido Botteri che ne fu cronista radiofonico e varò la produzione di Maria Zef di Cottafavi, Angeli omaggio a tutte le vittime di catastrofi. Odore di terra a cura di Ermes Dorigo, con Siro Angeli, (1990) 55” come secoli a cura di Siro Angeli, voce Omero Antonutti, Miranda Martino.

Jonas Mekas 

Reminiscences of Jonas Mekas di e con Jackie Raynal, con Jonas Mekas (2015, Notes on Jonas Mekas di e con Jackie Raynal (2000)

Marina Pierro

Omaggio a Marina Pierro, icona di Borowczyk (a cura di Cecilia Ermini) con Floaters (2016), trittico di corti di Marina Pierro e Alessio Pierro,

I Figli di nessuno 

Film raccolti da Simone Starace in collaborazione con Penny Video tra cui da «Il rosso e il nero» di Stendhal Il corriere del re (1946) di Gennaro Righelli interpretato da Irasema Dillman e Valentina Cortese; e Teheran di William Freshman (e Giacomo Gentilomo) Italia/Regno Unito 194.

La banda degli angeli

Contiene le meraviglie della raccolta dell’Officina Filmclub a cura di Paolo Luciani e Cristina Torelli, dal Fondo Ciro Giorgini «Officina Filmclub» depositato alla Cineteca del Friuli: Claro di Glauber Rocha, con Juliet Berto, Tony Scott, Carmelo Bene (unica copia d’epoca conservata), Italia 1975, Anna di Alberto Grifi e Massimo Sarchielli (copia personale di Massimo Sarchielli), Italia 1975, Bella di notte di e con voce di Luciano Emmer, Italia 1997, Belle de nuit di e con voce di Luciano Emmer, Italia/Francia (1997)

Convergenze parallele

Poiché il festival nasce nel nome di Rossellini (come suggerisce anche il premio) si vedranno «Italia mia», la versione lunga di «Paisà»,rushes di «Santa Brigida» con Ingrid Bergman. Collegamento diretto con Rossellini, in attesa dell’annunciata retrospettiva da tenersi in qualche prossima edizione dedicata al capitano Francesco de Robertis che fu il supervisore per la marina di La nave bianca, quest’anno è in programma La vita semplice con Luciano De Ambrosis (1946).

In «convergenza» con Gente così di Fernando Cerchio (1949) melodramma postbellico di frontiera con una sceneggiatura a cui partecipò anche Guareschi, dove un prete don Candido cerca di portare la pace in un paesino e la maestra (Vivi Gioi) una ventata di modernità. Tra gli interpreti c’è anche un giovane Renato De Carmine che fu attivo nella resistenza: come si vede ognuno di questi film contiene mille piste della storia del cinema da seguire, con mille occhi.

E naturalmente non manca un po’ di Matarazzo di Blasetti, un po’ di Amedeo Nazzari e di Alida Valli.