Inner sounds. Nell’orbita del jazz e della musica libera (Agenzia X, 285 pagine, 15 euro), di Claudio Fasoli è nato sotto il segno della sperimentazione e della creatività, dal connubio tra un musicista che non ha mai rinunciato alla ricerca e una vivace casa editrice come AgenziaX, attenta alle culture giovanili e alternative.

È dalle connessioni tra esperienze e sperimentazioni diverse che nascono le lampi di bellezza. Il libro contiene una lunga intervista dove Claudio Fasoli ripercorre la sua vita artistica, dagli anni della formazione jazzistica tra Venezia, Padova e la dinamica scena bolognese dai ’60 ai ’70 con la partecipazione all’esaltante progetto dei Perigeo, principale gruppo jazz elettrico italiano; dagli anni ’80 sulle strade delle collaborazioni internazionali (tra cui Lee Konitz, Mick Goodrick Kenny Wheeler, Giorgio Gaslini, Enrico Rava), alle sperimentazioni del 2000 con Mario Brunello, nelle rivisitazioni delle Suite di Bach, e i progetti dei Quartetti.

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Scandiscono i capitoli degli intermezzi che ricordano incontri importanti: Art Blakey, Miles Davis, Weehler-Parker-Prati, Dexter Gordon, Dizzy Gillespie, Elvin Jones, i Weather Report.

Il capitolo sul «jazz e la sua essenza» fa da trait-d’union con la sezione dedicata agli scritti di Fasoli, giustamente intitolata La cognizione della musica, dove risulta evidente la riflessione teorica che sottende alla sua musica. I contributi interpretativi del filosofo Massimo Donà, del musicista-musicologo Carlo Boccadoro, di Franco Caroni, fondatore di Siena Jazz, e di molti musicisti e critici – assieme alle ricche sezioni fotografica e discografica – arricchiscono questo viaggio nel jazz e nella musica libera.