L’accordo al ministero del lavoro è arrivato nella notte, dopo quasi dodici ore di trattative. Alla fine il fondo di investimento Bain Capital, proprietario di Ideal Standard, ha accettato di fare marcia indietro e riportare le lancette dell’orologio al maggio scorso, quando era stata raggiunta una intesa per salvare dalla chiusura lo stabilimento friulano di Orcenico di Zoppola. Niente mobilità per i 399 lavoratori della fabbrica di sanitari per il bagno, che andranno in cassa integrazione in deroga almeno fino al 31 ottobre. E che potrebbero ottenere altri due mesi di cigd dal ministero del lavoro, se ci saranno “significativi passi avanti” nel subentro di nuovi soggetti nella gestione della stabilimento. Su questo fronte Ideal Standard ha rinnovato l’impegno a favorire l’ingresso di nuovi acquirenti, a cominciare proprio dalla cooperativa “Ideal Scala” appena costituita da una ventina di lavoratori. La cooperativa è aperta all’ingresso degli altri compagni di fabbrica, per chi non se la sentisse Ideal Standard ha dato l’ok a esodi incentivati, fino a 30mila euro per i dipendenti con maggiore anzianità lavorativa. Confermata anche la disponibilità dell’azienda a cedere, a condizioni favorevoli, parte degli impianti insieme ad alcuni marchi e commesse, per agevolare la fase di start up della cooperativa. “Si tratta di un accordo positivo ma difficile e sofferto – segnalano Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec – ora si tratta di proseguire nell’impegno per dare ai lavoratori risposte concrete sia nello stabilimento, favorendone l’acquisizione da parte di investitori, che all’esterno con altre opportunità di lavoro”. Gian Mario Petozzi, neo presidente della Coop Ideal Scala e in precedenza lavoratore anziano del reparto collatura e sviluppo prodotti a Orcenico, tira le somme della vittoriosa vertenza: “Lo stabilimento ha enormi potenzialità, e professionalità che non potevano essere disperse. Lavoro qui da 27 anni e so quale sia il valore aggiunto dei nostri prodotti in termini qualitativi. Dormo meglio ora che c’è una prospettiva di rilancio, pur gravata da mille responsabilità che ricadono su di noi, piuttosto che la scorsa settimana, quando ad agitare il sonno c’era solo lo spettro della chiusura e della disoccupazione”.