È passata appena una settimana dalla bufera della collocazione europea che ha coinvolto il Movimento 5 Stelle e che ha messo sulla graticola il gruppo vicino a Davide Casaleggio, accusato di aver gestito in malo modo la faccenda del mancato passaggio coi liberali a Bruxelles. Ciò non ha impedito al figlio di Gianroberto di venire a Roma a presentare una «nuova applicazione» della sua creatura, la piattaforma di e-democracy Rousseau.

Casaleggio era in compagnia di un altro dei suoi collaboratori più stretti, il consigliere comunale bolognese Massimo Bugani, comparso ieri al Senato assieme a Paola Taverna e Luigi Di Maio. La nuova funzione del sito consentirà ai consiglieri comunali e regionali di condividere atti, esperienze e proposte e di trasportare quindi le «buone pratiche» da un territorio all’altro.

Ma il significato politico di questa apparizione è un altro: Bugani fa il suo debutto ufficiale sulla scena nazionale. Dietro le quinte, il suo ruolo viene riconosciuto già da un pezzo. È grazie agli ottimi rapporti con Casaleggio che ha potuto candidarsi nella sua città contro la volontà di gran parte degli attivisti (e al prezzo di non poche epurazioni). Anche in momenti di difficoltà del Pd, non è mai riuscito a capitalizzare il dissenso e arrivare al ballottaggio. Il fatto che sia stato bocciato per due volte di seguito da candidato sindaco bolognese non ha rallentato la sua ascesa. E la carriera all’interno del M5S non pare inficiata neppure dalle diverse uscite controverse sulla linea politica da seguire: Bugani solo negli ultimi tempi ha stupito molti grillini quando non ha escluso alleanze con la Lega o quando ha auspicato un dialogo col ministro dell’interno Marco Minniti a proposito di Cie ed espulsione dei migranti. È da sempre inviso a Federico Pizzarotti, che lo accusa di aver messo zizzania tra lui e i vertici del M5S. Tra i suoi grandi oppositori figura Marco Affronte, il parlamentare europeo emigrato nei Verdi dopo i fatti dei giorni scorsi. E proprio perché considerata rivale di Bugani la senatrice bolognese Elisa Bulgarelli si è decisa a fare opposizione e a rilasciare dichiarazioni poco concilianti verso la leadership del Movimento.

Sta cambiando la fisionomia del M5S? E che fine faranno i meet-up, i forum online dal quale nacque la creatura di Grillo? «Rousseau non segna la fine dei meet up» assicura Luigi Di Maio, che però non ha mancato di ricordare la lettera firmata dai responsabili di settore Alessandro Di Battista e Roberto Fico con cui un anno e mezzo fa si certificò un cambio di fase: «I meet-up da soli non sono il Movimento».

Nei giorni scorsi ha cessato di esistere il meet-up numero 280, storico nodo dal quale ormai quasi dieci anni fa nacque l’idea di far nascere la rete di liste civiche che avrebbe preso il nome Movimento 5 Stelle.