Sindacalisti sconfessati dalle loro organizzazioni, fuoco e fiamme contro i sindacati sui quali ha soffiato il presidente del consiglio Renzi nella sua e-news agli iscritti al Pd. «La pacchia è finita» avrebbe detto un visitatore ieri a un custode della Reggia di Caserta, replicando la stessa espressione usata da Renzi. Uil-pa, Usb, Ugl-Intesa e le Rsu avrebbero protestato contro il direttore Mauro Felicori che lavora troppo, oltre l’orario di chiusura della reggia.

Il segretario Cgil Susanna Camusso ha detto che «i sindacati che hanno sottoscritto la lettera hanno sbagliato». «Mi fa piacere che mi difenda» ha risposto Felicori che ha ribadito di essere «esterrefatto». «Quello che è accaduto è grave e incredibile – ha rincarato la dose il segretario Cisl Anna Maria Furlan – Ma noi siamo un sindacato responsabile». «Sono indignato – ha detto il numero uno della Uil Carmelo Barbagallo che parla dei suoi funzionari che avrebbero «abusato del loro ruolo cercando di intimidire chi fa il proprio lavoro. Ci schieriamo contro truffatori e assenteisti in un momento in cui i giovani hanno fame di lavoro». «Non eravamo a conoscenza di tale iniziativa – ha assicurato Nicola Turco segretario Uilpa che critica l’«atteggiamento irresponsabile dei sindacalisti coinvolti».

La Fp-Cgil ha pubblicato su facebook il testo della lettera incriminata datata 22 febbraio. Nella versione postata manca la firma della Cgil, apparsa inizialmente in un’altra versione della lettera diffusa su twitter. «Una lettera sbagliata a partire dalla forma per arrivare al metodo scelto» spiega Fp-Cgil.

Ma il danno è fatto. È stata l’occasione per Renzi di continuare la crociata contro i «corpi intermedi» e l’elogio della propria efficienza com’è avvenuto nei casi delle assemblee a Pompei e al Colosseo. «Se c’è qualcuno che rema contro – ha detto il premier parlando di «certi sindacati» – remeremo più forte». «Il fatto che sotto quella lettera non ci sia la nostra firma non risolve le cose – ammette Fp-Cgil – Tutti finiscono nel calderone dei «sindacati». Il sindacato ha rinnovato la fiducia al direttore Felicori e intende essere «protagonista del rilancio» delle Reggia che ha aumentato visitatori e incassi.

Ma cosa c’è scritto nella lettera che ha scatenato l’indignazione universale undici giorni dopo l’invio? «Il direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l’intera struttura museale» si legge nel passo incriminato. Discutibile quanto si vuole, ma in questo passaggio manca la frase dello scandalo: «lavora troppo». Si afferma invece la necessità di predisporre un servizio oltre l’orario di apertura 07-18,30 permettendo al direttore di svolgere il suo lavoro. Il documento analizza la gestione della Reggia a cinque mesi dall’insediamento del nuovo direttore. Secondo i firmatari Felicori «disattende la legislazione che affida la custodia delle sale aperte alla vigilanza e quella delle sale non aperte al pubblico alla sottoguardia di turno». Adriana Galgano (Scelta Civica) ha presentato a febbraio un’interrogazione al ministro dei beni culturali Franceschini.

Il direttore avrebbe intenzione di spostare gli assistenti «alla fruizione, accoglienza e vigilanza» (Afav) negli uffici. L’iniziativa sguarnirebbe le fila degli addetti alle sale. Gli spazi della Reggia sarebbero stati concessi a titolo gratuito per eventi di «terzi». «Il personale impiegato dovrebbe svolgere il servizio al di fuori dell’orario di lavoro». I firmatari lamentano inoltre il mancato rispetto del decreto della direzione generale dei musei. Sono ordinarie schermaglie nelle relazioni sindacali.

Angelo Donia, sospeso dalla Uilpa e firmatario del comunicato, sostiene che continuerà le sue «battaglie»: «non ho poltrone da difendere»: «Nessuna accusa a Felicori di lavorare troppo, anzi c’è la preoccupazione di tutelarlo predisponendo il servizio di vigilanza anche negli orari in cui si intrattiene». «Si è scatenata una battaglia mediatica contro i sindacalisti della Uil – ha aggiunto – sembra un’azione premeditata, organizzata a tavolino. Abbiamo preso tutti un abbaglio, compreso Renzi. E la Uil, invece di sospendere i suoi affiliati pensi a tutelarli come dovrebbe. Eviti una brutta figura». Carmelo Egizio, Rsu dell’Ugl e firmatario del documento parla di «strumentalizzazione»: «Il nostro unico errore è stato difendere i lavoratori in un sito di grande importanza come la Reggia».

*** I documenti:

La versione della lettera con la sigla della Fp-Cgil, trovata su twitter
La versione della lettera con la sigla della Fp-Cgil, diffusa su twitter
La versione della lettera postata su Facebook dalla Fp-Cgil. Per il sindacato è quella autentica
La versione della lettera postata su Facebook dalla Fp-Cgil. Per il sindacato è quella autentica
La lettera dei sindacati della Reggia di Caserta porta la data del 22 febbraio. Solleva problemi affrontati in un'interrogazione parlamentare
La lettera dei sindacati della Reggia di Caserta porta la data del 22 febbraio. Solleva problemi affrontati in un’interrogazione parlamentare

 

**** Il testo integrale della lettera