Ahmed Abdallah, presidente della Commissione Egiziana per i Diritti e le Libertà e consulente della famiglia Regeni, è stato aggredito e picchiato in carcere.

Lo ha riportato il suo avvocato, Mohamed Hanafi: due funzionari della Sicurezza Nazionale sono entrati nella sua cella, lo hanno sbattuto a terra e lo hanno preso a pugni. E poi hanno confiscato tutti i suoi effetti personali, compresi i libri.

Abdallah è in prigione dal 25 aprile, il giorno in cui si tenne una protesta di massa contro la decisione del governo egiziano di cedere le isole di Tiran e Sanafir all’Arabia Saudita. Nonostante l’Alta Corte abbia dichiarato illegittima la cessione, centinaia di persone arrestate in quei giorni restano in carcere.

Tra loro Abdallah, che si vede rinnovare costantemente l’ordine di detenzione senza che si vada mai processo.

E mentre cala il silenzio sulla repressione di Stato, pochi giorni fa Il Cairo ha ufficialmente ottenuto dal Fondo Monetario Internazionale i 12 miliardi di prestito in tre anni promessi. In cambio dovrà promuovere riforme economiche: nessun riferimento al rispetto dei diritti umani.