Si cominciano a profilare i contenuti del decreto per l’emergenza terremoto che verrà varato domani dal consiglio dei ministri, ma sulle risorse in ballo è ancora nebbia fitta. Il premier Matteo Renzi comunque assicura che «ci sono», e che «sono già stanziate nel ddl bilancio», ma che in ogni caso – quando verranno quantificate nel dettaglio le somme necessarie – se servirà «metteremo i denari necessari». La linea guida rispetto all’Europa è sempre quella ribadita negli ultimi giorni: sul sisma l’Italia non lesinerà. Intanto si permetterà ai sindaci dei comuni coinvolti di procedere con maggiore velocità per gli appalti necessari, ma sotto il controllo dell’Anac: con il prefetto ed ex commissario di Roma Francesco Paolo Tronca che affiancherà Raffaele Cantone.

A Tronca sarà affidato il coordinamento delle prefetture per le verifiche antimafia sulle ditte. «Il decreto di venerdì semplificherà le regole ma continueranno a esserci i controlli», ha spiegato lo stesso presidente del consiglio Renzi per illustrare la scelta del ticket Cantone-Tronca.

Quanto a eventuali finanziamenti aggiuntivi da stanziare dopo la forte scossa di domenica scorsa, Renzi ha spiegato che non sarà necessario appesantire ulteriormente il deficit pubblico: «Le risorse – ha detto il premier – sono già stanziate nel piano pluriennale della legge di bilancio. Già sul 2017 c’è uno spazio di 3 miliardi, diventano 5 o 6 nel 2018». «Non c’è uno stanziamento puntuale perché ancora non si sa quanto servirà – ha precisato – Ci sono spazi di azione. Poi se ci sarà bisogno di ulteriori spazi di deficit, metteremo i denari necessari. Al momento non ce n’è la necessità. Il deficit è al livello più basso da dieci anni. Per il Parlamento è fissato al 2,4%, nella nostra bozza al 2,3».

Renzi ha poi insistito sul tema, sollecitando una maggiore attenzione da parte di Bruxelles: «Noi siamo al 2,3% di rapporto tra deficit e Pil, la Francia è sopra il 3% e non rispetta neanche l’accordo di Maastricht». «L’Europa – ha proseguito il premier – oltre a dire, inizi anche un po’ a dare all’Italia, visto che ogni anno mettiamo 20 miliardi e ne riceviamo 12» senza ricevere sostegno degli altri Paesi sull’immigrazione. «Prendono i nostri soldi e poi ci fanno anche la morale»: evidente il richiamo alle recenti polemiche con l’Ungheria.

Intanto ieri, di ritorno dal viaggio in Israele, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato prima Camerino e poi Norcia: «Siamo vicini a tutti voi, cercheremo di ricostruire tutto come prima», ha detto agli sfollati.

Sulle risorse disponibili, il ministero dell’Economia ha spiegato che, tra stanziamenti diretti e incentivi, nel 2017 le amministrazioni pubbliche centrali e locali spenderanno «6 miliardi di euro per la messa in sicurezza del territorio e di edifici pubblici e per la ricostruzione». Nei giorni successivi ai principali eventi sismici il governo ha stanziato 130 milioni (50 il 25 agosto, 40 il 27 ottobre e 40 il 31 ottobre). Nel decreto per la ricostruzione del 17 ottobre sono stati stanziati 266 milioni per il 2016 e 200 per il 2017. Nel ddl Bilancio ci sono poi ulteriori 600 milioni in forma di contributi e credito di imposta per le ricostruzioni.

Infine, conclude il Mef, in manovra «vengono stanziate risorse aggiuntive per investimenti in opere pubbliche e liberati spazi di bilancio per comuni e regioni allo scopo di favorire spese stimabili in circa 600 milioni nel’ 2017, che contribuiranno al piano di messa in sicurezza e prevenzione, sul quale insistono per lo stesso periodo anche circa 2 miliardi sotto forma di incentivi fiscali per le opere di ristrutturazione da parte dei privati e 800 milioni già stanziati per opere pubbliche contro il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza delle scuole. Sblocco di spazi di patto per gli enti locali e nuovi investimenti incideranno sul deficit per 1,353 miliardi di euro».