Nelle ore calde delle dimissioni del sindaco Marino, giovedì pomeriggio, era già filtrata dalla procura di Roma la notizia di un vertice tra Giuseppe Pignatone (nella foto) e i titolari dell’indagine avviata sulle spese del sindaco Marino, dopo l’arrivo di due esposti. Nell’ufficio del procuratore capo si era recato anche il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il sostituto Roberto Felici. Gli inquirenti avrebbero lì deciso – incredibilmente – di «attendere gli sviluppi politici» non volendo «entrare a gamba tesa» nelle vicende del Campidoglio che si andavano dipanando. Ma fra il Nazareno e il Campidoglio circola un’altra versione dei fatti. Secondo la quale i due ex assessori Causi e Sabella sono stati incaricati dal Pd di far capire a Marino che era meglio dimettersi subito, prima che un avviso di garanzia lo costringesse a una ritirata meno dignitosa.

Un avviso che potrebbe arrivare già questa settimana, quando entrerà nel vivo l’inchiesta. Lunedì Pignatone e Caporale affideranno agli uomini delle fiamme gialle la delega per effettuare le acquisizioni di documenti in Campidoglio così come i movimenti sul conto corrente della carta di credito del Comune. Per ora a piazzale Clodio il fascicolo resta un ’modello 45’, ossia senza indagati o ipotesi di reato per il quale si sta valutando esclusivamente quello di peculato. Ma in presenza di atti istruttori la posizione di Marino potrebbe cambiare