Due musicisti giovani, giovanissimi, uniscono le forze per un progetto che prevede attività di booking, produzione e autoproduzione di album e compilation. All’inizio per le loro band, i Baubau e i Tetuan, in seguito per realtà specifiche che non trovano spazio nella scena musicale italiana. E fin qui niente di nuovo. L’idea però ha qualcosa di originale quando, nel 2014, l’etichetta Artetetra (Luigi Monteanni e Matteo Pennesi), pubblica le prime musicassette. Perché ritornare al nastro quando il mercato è orientato verso l’impalpabile streaming? «La cassetta – spiega Luigi – non è mai scomparsa da alcune frange di musica più estrema e sperimentale. La cosa interessante è che il formato stesso porta con sé la storia a cui è destinato: una causa per cui i formati continuano a venir esumati è che hanno già scritto come e dove li sentirai: cd in auto, vinili a casa e cassette in giro. Ogni formato riceve una sua peculiare attenzione e diffusione».

Un’uscita in vinile viene presa più in considerazione per l’investimento economico, ma esistono canali, siti specifici per la pubblicizzazione delle cassette: «Inoltre – prosegue Monteanni – il formato fisico testimonia l’impegno dell’etichetta a promuovere i propri artisti. Le nostre priorità sono principalmente quelle di sostenere un certo tipo di musica e dargli concretezza, ma per le disponibilità economiche non sarebbe possibile facendo un vinile l’anno o dei cd totalmente amatoriali». Se le poche stamperie di vinile aperte stanno collassando per la mole di lavoro ad Artetetra hanno iniziato a copiare le cassette in casa, utilizzando dei registratori doppia piastra: «Ma civoleva troppo e quindi siamo passati a un’azienda in Repubblica Ceca che ha macchinari professionali». Un’etichetta che lavora in DIY, promuove una scena indipendente che non trova sbocco nelle grandi etichette, non ha ancora una rete capace di sostenere per esempio i concerti degli artisti: «Ci sono moltissime persone che vanno a concerti e partecipano ad eventi di genere ma per ciò che riguarda suonare in un gruppo di musica etnica o di exotica o etichette dedicate, non c’è molto fermento. Noi cerchiamo di unire le due possibilità organizzando concerti ed eventi, producendo chi invitiamo e far suonare chi produciamo». Eppure nei negozi di cassette se ne vedono poche: «Le vendiamo in Italia e all’estero tramite il sito bandcamp. Il negozio è difficile che ci contatti direttamente, bisogna fare una proposta».

Ispirati dalle etichette con cui si sentono affini come le italiane Bloodysound Fucktory, Boring Machines, o le estere Old Bicycle Records, Das Andere Selbst, Awesome Tapes From Africa producono musica di nicchia in cui non si percepisce un genere specifico ma tante influenze: «Si può rimanere confusi e chiedersi di cosa si occupi Artetetra, ma l’idea è aprire una finestra su tutto ciò che può essere un’ibridazione di quello che rientra nel concetto di fourth-world music di Eno/Jon Hassel/David Byrne. Vogliamo pensare che questo tipo di sonorità abbia una ricerca tesa alla contemporaneità ben precisa, cerchiamo solo di radunare coloro che potrebbero rappresentarla. Le persone e i gruppi con cui collaboriamo sono sempre preparati sia a quello che facciamo sia al formato cassetta».