E’ un’estate piena di impegni quella che, in questo scorcio di luglio, si va configurando per Andreino Salvadori. Incontrato in più occasioni, a Volterra, a Milano  e a Bologna, lo ascoltiamo diviso tra le date di Stazioni Lunari, il progetto di Alberto Magnelli e Ginevra di Marco che conta con lui alcuni ex componenti dei CSI e a rotazione cantanti e musicisti di diversa estrazione –  dopo Roma c’è Milano al Carroponte giovedì 21 “ed è un caso fortuito e speciale”  aggiunge Salvadori non celando la propria felicità con gli stessi ospiti, Carmen Consoli, Brunori, Max Gazzè – e l’imminente apertura della trentesima edizione del Volterra Teatro dedicata alle “Città Ideali”.

Qui, oltre al consolidato sodalizio con Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza per cui scodella da anni le musiche di scena, debutterà in prima nazionale il 27 luglio con il concerto – installazione, suggeritogli dallo stesso regista napoletano e covato da tempo, Il figlio della tempesta. Musiche dalla fortezza. Dunque da dove cominciare? Andreino Salvadori, come detto è attore-musicista-sound designer della Compagnia della Fortezza di Volterra, è stato fiancheggiatore surreale di molte band della scena musicale toscana degli “anni zero”:”Ma, ho iniziato come chitarrista, anche se fui immediatamente conquistato dall’uso plurale di molti linguaggi. Così, andando avanti negli anni ho affiancato nella mia piccola factory, la Funambulo, la mia attività di compositore a quella di produttore e filmaker”. Tra i video girati si contano quelli per Gianni Maroccolo e Claudio Rocchi, un cortometraggio a capitoli per i Marlene Kuntz.

“Credo di aver realizzato il mio primo video per il disco solista di Maroccolo, A.C.A.U. Mi ero divertito inventandomi in scena una pesce gigantesco. Ho proseguito girando “Torna con me” per Vdb23. Con i Marlene, per “Bianco sporco” ho realizzato una serie di cortometraggi approfondendo però un discorso più visivo e slegato dalla musica, rispettando però la composizione”. Poi hai incontrato Ginevra di Marco:”tra il 1998-99 avevo finito di produrre un cd-rom per La Compagnia della Fortezza che raccoglieva retrospettivamente tutto il loro lavoro che partecipai alle avventure post-Csi, con i PGR. E cominciai a suonare, qualche anno dopo, la chitarra proprio sull’album “Stazioni Lunari”.  Poi, grazie a Magnelli il tutto è diventato uno spettacolo che gira da tempo. Oltre a musicisti come detto che si alternano sul palco con noi che costituiamo la base fissa, ci sono stati anche incontri importanti come quello l’anno scorso con Luis Sepulveda e Carmen Yanez, la moglie che è una poetessa di grande valore”.Nel discorso più volte s’affaccia la figura di Armando Punzo, del carcere di Volterra e dell’esperienza con la Compagnia della Fortezza. “Mi sembra di conoscerlo da sempre. Curiosamente ho iniziato a collaborare con lui nel 1996 curando soprattutto gli aspetti video. Erano i tempi dell’Eneide e dell’Orlando Furioso. Poi venne Pinocchio e contemporaneamente composi due brani per la versione di “Krapp” con Dino Calogero. E via via spettacoli come Hamlice, Mercuzio non vuole morire, Santo Genet ed ora il lavoro che da due anni si sta compiendo intorno all’opera di Shakespeare con Dopo la tempesta”.

Qual è il tuo ruolo nella “Fortezza”? “Compongono i brani in studio. Lavoro su motivi come si sentono valzer, marcette e brani più complessi e in scena non solo suono il piano e sono circondato da strumenti elettronici e pc, ma agisco anche “en travesti”. I brani poi vengono elaborati all’interno del carcere durante le prove. Non vi è soluzione di continuità. Il risultato finale è dato dalle relazioni che si stabiliscono all’interno della costruzione dell’opera. E’ un incessante lavoro di scultura. Un levare e mettere che Armando e l’intera compagnia fanno sul testo prescelto, prelevando momenti che vanno a collimare  talvolta e sorprendentemente con le nostre biografie”.  Fabio Francione