Scrittrice, medievalista e archeozoologa ma soprattutto – per gli amanti del noir – una delle firme più importanti del giallo contemporaneo. È Frédériqeu Audoiun Rouzeau meglio nota con il suo pseudonimo, decisamente più agevole, Fred Vargas, autrice di best seller venduti nel mondo in oltre dieci milioni di esemplari. Libri nei quali mescola con abilità il razionale e l’irrazionale, strane simbologie, licantropia e vampirismi. E soprattutto personaggi misteriosi. La Effe – passata da qualche mese dal digitale al satellite (la trovate sul canale 139 di Sky) a partire da questa sera alle 21.05 si è assicurata un esclusivo racconto televisivo diviso in cinque appuntamenti trasmessi a cadenza settimanale.

Fred Vargas: Crime Collection, produzione francese girata fra il 2008 e il 2010, racchiude i quattro più famosi best seller della scrittrice, dove il protagonista assoluto è Jean-Baptiste Adamsberg – un poliziotto molto sui generis che ha (qualche) affinità con il nostro commissario Montalbano. La sua peculiarità è quella di risolvere gli intricati casi in cui si ritrova coinvolto, non attraverso delle indagini più o meno scientifiche, degli indizi «logici» bensì con delle improvvise quanto repentine intuizioni.

Storie costruite come un meccanismo a orologeria, perfette anche senza mai cercare il delitto efferato, il colpo di scena plateale. Perché è lei stessa a rivelarlo: «il poliziesco per me è come una sorta di favola, ironica o tragica o cerebrale. Non sopporto i gialli ultraviolenti, che raccontano crimini complicatissimi, che poi nella realtà non esistono: un delitto è sempre semplice…». Già, storie e personaggi scelti con metodo; parole mai lasciate al caso e – rispetto ad altri giallisti di fama – cura certosina nel tratteggiare la psicologia dei protagonisti. E le avventure di Adamsberg, con il suo passato nebuloso che emerge man mano al dipanarsi delle storie (la serie si concentra sui libri scritti tra il 2007 e il 2010, ma altri due capitoli si sono aggiunti successivamente La cavalcata dei morti nel 2011 e Tempi glaciali nel 2015), e il suo presente incerto e curioso, sono forse il suo capolavoro.

Diretta dalla regista Josée Dayan e soprattutto sceneggiata e adattata per il piccolo schermo da Emmanuel Carrère, vede Jean-Hugues Anglade (nome molto noto in Francia, in Italia lo scorso anno lo abbiamo visto in Suburra di Sollima) nei panni del commissario Jean-Baptiste Adamsberg del XIII arrondissement di Parigi. Accanto a lui una serie di guest star come Charlotte Rampling, Jeanne Moreau, Jean-Pierre Léaud e Tobias Moretti e tra gli interpreti anche Jacques Spiesser, Hélène Fillières e Corinne Masiero.

Gli episodi adattati dai romanzi – in Italia tutti editi da Einaudi – sono Sotto i venti di Nettuno (trasmesso in due parti, stasera e il 7 giugno, una ragazza uccisa con modalità che ricollegano al modus operandi di un serial killer), L’uomo dei cerchi azzurri (14 giugno, Adamsberg, cerchi magici e omicidi nelle strade di Parigi), L’uomo a rovescio (21 giugno, una ragazza sgozzata e un lupo che uccide tra le montagne del Mercantour ) e Un luogo incerto (28 giugno, si indaga sullo strano caso di 19 paia di scarpe allineate dentro le quali vengono ritrovati altrettanti piedi mozzati)).