La voce di Pepe Mujica e la passione di un piccolo gruppo editoriale – la Eir – hanno dato vita a un libro dedicato all’ex Tupamaro-presidente, che parla dell’Uruguay ma anche del nostro presente. S’intitola La felicità al potere, José “Pepe” Mujica, a cura di Cristina Guarnieri e Massimo Sgroi. Gli autori lo hanno presentato ieri a Roma, alla presenza di Pepe, di Milena Gabanelli e di Saviano.

Le reti sociali hanno accompagnato l’annuncio dell’evento con il consueto plauso per Mujica, ma con un coro di critiche per la posizione assunta da Saviano sul Venezuela bolivariano. E in molti hanno voltato pagina alla prefazione di Omero Ciai che apre il volume (la postfazione è affidata a Donato Di Santo, ex Sottosegretario agli esteri con delega per l’America latina nel secondo governo Prodi).

Il libro offre però un’utile tavola dei problemi, contiene i discorsi più importanti dell’ex tupamaro, un’intervista esclusiva e una biografia romanzata . Il prologo di Pepe Mujica traccia il quadro e interroga il nostro continente: il «debito pendente» della sinistra, del movimento popolare, degli intellettuali europei e di quelli italiani «nei confronti dei militanti di tutto il mondo». In quale altro luogo – dice Mujica – esiste tanta intelligenza accumulata, a livello d’economia, di ricerca sociologica, di politica e di movimenti sociali come in Europa? Quali altri Paesi possono essere laboratori migliori per avanzare nella generazione di altre forme di produzione, di altre forme di convivenza che superino lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo? Quali altri Paesi possono essere migliori di quelli in cui lo sviluppo economico e sociale ha raggiunto livelli tanto alti come nella maggior parte dei Paesi d’Europa? L’America latina sta provando a fare la sua parte, «ma abbiamo bisogno delle vostre idee, del vostro impegno, del vostro desiderio di cambiare le condizioni materiali e ideali di vita di questa umanità»