È appena uscito per la collana I Narratori della Feltrinelli Stelle Nere di Ryszard Kapuciski (traduzione di Vera Verdiani; pp. 105, euro 12). Si tratta di otto reportage giovanili del celebre corrispondente, giornalista e scrittore polacco, incentrati attorno a due paesi e due personaggi che ben hanno incarnato la liberazione e la speranza post-coloniale dell’Africa: Kwame Nkrumah, primo ministro e presidente del Ghana tra il 1957 ed il 1966, e Patrice Lumumba, primo ministro del Congo-Zaire nel 1960 (ucciso nel 1961) che pronunciò uno storico discorso sull’indipendenza del suo paese.

All’Africa Kapuciski ha sempre dedicato un grande interesse, come testimoniano volumi quali Il Negus. Splendori e miserie di un autocrate (1983), Ebano (2000), La prima guerra del football (2002) e Se tutta l’Africa (2012). Stelle nere uscì per la prima volta in Polonia nel 1963, un anno dopo che il giornalista era stato inviato a Dar es-Salaam per aprire la prima agenzia di stampa polacca in Africa. Il Continente Nero si era appena liberato dal giogo coloniale e Kapucski aveva già scritto dal suo paese un ciclo di reportage su Nkrumah e il Ghana e Lumumba e il Congo. A rileggerle ora queste incisive e graffianti corrispondenze dai due paesi (svariate pubblicate in altri volumi del reporter polacco) conservano una capacità d’indagine rara: si leggano Galateo in climi caldi, in cui Kapuciski mette a nudo la psicologia del colono razzista, oppure Questo qui la Ford non se lo becca in cui ritrae un sostenitore di Nkrumah con il suo carico di utopie e lucida coscienza politica.

Pochi sanno che il presidente ghaniano e leader panafricano era un grande appassionato di jazz (aveva imparato a conoscerlo durante i suoi studi a Filadelfia) e che nel maggio 1956 il trombettista Louis Armstrong effettuò un tour nel paese che ancora si chiamava Costa d’Avorio ma era inarrestabilmente avviato all’indipendenza (ottenuta nel marzo 1957). Ad Accra Armstrong venne trionfalmente accolto all’aeroporto da una folla con molti musicisti che cantavano un motivo tradizionale (Sly Mongoose) ribattezzato All for You, Louis. Nel corso della sua visita il trombettista afroamericano venne acclamato come un eroe nazionale, salutato con cartelli che recitavano Akabawa (benvenuto) e incensato da circa centomila persone nel suo concerto all’Old Polo Ground.

Il viaggio è immortalato da un documentario (Satchmo the Great) di Edward R.Murrow (una delle maggiori figure del giornalismo americano e mondiale) e testimonia che l’esecuzione di Armstrong di Black and Blue commosse fino alle lacrime proprio il futuro presidente Kwame Nkrumah. Nel 1960, inviato dal Dipartimento di Stato Usa, il trombettista di New Orleans fece un giro di concerti che toccò anche il Congo-Zaire di Lumumba (oltre a Nigeria, Centrafrica e Kenya). Stelle nere africane e afroamericane sulle sponde dell’Atlantico Nero.

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