Cinquant’anni di attesa (almeno per l’idea germinale), poi una corsa in otto anni e un fiume di yen: cinque miliardi per liberare quel sogno sul grande schermo.
Finalmente, l’ossessione per la principessa Kaguya – la misteriosa figlia della luna che ha dato origine alla letteratura giapponese (il racconto popolare del Tagliatore di bambù, da cui proviene la nobile fanciulla, è stato redatto e scritto nella lingua tardoantica nel X secolo) – diventa realtà. Anzi, un film, grazie all’intuizione di uno dei fondatori dello studio Ghibli, Isao Takahata. Ad attrarre la fantasia del regista («volevo che gli spettatori si chiedessero: cosa si nasconde dietro le apparenze?») è stato il carattere sfuggente dell’eroina nella leggenda tradizionale. Tanto sfuggente che il segno scelto per rappresentarla (speso fusa insieme al rigoglio della natura) è rigosamente disegnato a mano: un tratteggio impressionista, che procede per via di evaporazione delle figure, con linee non finite, acquerellando paesaggi e soggetti che fluiscono uno nell’altro, scomponendosi in dissolvenze incrociate. Pur se non è lui il disegnatore, è proprio dalla storia dell’arte che arriva l’estro del maestro giapponese dell’animazione. Sulle sue spalle, ha una formazione che dopo aver guardato al primo Disney (Fantasia e Biancaneve), ha distolto gli occhi dall’America per puntarli sulla Russia di Lev Atamanov e sulle poetiche creature di Yuri Norstein (quasi suo coetaneo, essendo nato nel 1941, mentre Takahata è del ’35).
In Italia, questo capolavoro che richiama in scena, dopo quindici anni di assenza, il regista del meraviglioso Una tomba delle lucciole (1988) e de I miei amici Yamada (1999), lo vedremo solo per tre giorni: con il titolo La storia della principessa splendente (distribuisce Lucky Red) sarà nei cinema dal 3 al 5 novembre, regalando al pubblico di ogni età due ore e dieci di puro incanto. In Giappone, Kaguya-hime no monogatari avrebbe dovuto essere distribuito contemporaneamente a Si alza il vento di Hayao Miyazaki, così come era avvenuto 25 anni prima con l’uscita di Una tomba per le lucciole e Il mio vicino Totoro, ma una serie di ritardi non resero possibile l’uscita simultanea.
La leggenda (che ha anche una «sorella» tibetana) narra di un tagliatore di bambù che trova una bambina in miniatura, rifulgente di luce. Insieme a sua moglie la alleverà, nella convinzione di avere per le mani un essere speciale. Così è: Kaguya crescendo diventerà bellissima, ma rifiuterà di piegarsi all’esistenza normale di «moglie», qualsiasi sia il pretendente, imperatore compreso. Il suo destino è indicibile e si compirà irrevocabilmente. Non su questa terra, però.
Dopo le dimissioni dal nostro immaginario di Miyazaki, suo compagno di strada per decenni, Takahata ha lasciato in sospeso il suo futuro. «Non voglio dire ora se sto per andare in pensione oppure no». Incrociamo le dita.

Il trailer:

http://youtu.be/9lDrkokymLQ

 

– Un’intervista con Isao Takahata

http://collider.com/isao-takahata-the-tale-of-princess-kaguya-interview/