Eh, no! compagni del Manifesto! Un altro (falso) movimento!?

Alla nostra età i movimenti vengono sempre più difficili, soprattutto quelli politici. Piacerebbe avere lo spirito battagliero che voi così generosamente ci attribuite. Certo, nessuno di noi è un ex-!

Più modestamente ci siamo riconosciuti, provenendo ciascuno da percorsi politici, culturali e professionali diversi, nella scelta del SI. Che peraltro non ci ha dato la caccia. Forse lo avete confuso con il SIM (ai più giovani di voi ci permettiamo di far presente che non è quello dei cellulari, ma… indovinate un po’?!). Disponiamo ancora di un numero sufficiente di neuroni per scegliere noi e non essere scelti da nessuno. In questo, ammetterete, resta in noi, indegnamente dobbiamo riconoscere, un residuo del ’68.

Il Grande Timoniere? La nostra netta impressione è che viviate di controdipendenze. Continuate pure a fare le vestali del lucignolo spento del comunismo maturo!…
A noi, più modestamente, interessa che i cittadini, qui e ora, possano esercitare quella forma di democrazia che consiste nella scelta diretta e personale del capo del governo. La negoziazione tra oligarchie non ci è mai piaciuta. Ma anche questo è un residuo del ’68…

Hasta la vista!

**Sessantotto sessantottini

La risposta
Ognuno alla fine è padrone di scegliersi – a quanto pare perfino spontaneamente – l’oligarca che vuole e che si merita. Noi continuiamo a pensare ad una società di liberi ed eguali, possibilmente non nominati dall’alto. Convinti che il ’68 non sia la «pelle di zigrino» che ognuno può stendere a piacimento per coprire le proprie vergogne, pubbliche e/o private.
Saluti testardamente sassantottardi

***Tommaso Di Francesco