È tutto scritto sul volto deformato dalla maschera di Virginia Raffaele/Donatella Versace nella sua ennesima trasformazione, che perde parti del corpo, si decompone ma miracolosamente si rigenera. Sanremo è il mostro che a cadenza annuale esce dal letargo e inchioda al teleschermo milioni di spettatori, impermeabile alle critiche e ai (tanti) vizi di forma: è lo specchio immutabile del belpaese. Siamo all’atto finale dell’edizione 2016, secondo dell’era Conti, ancora una volta baciata dall’audience: oltre 10 milioni anche per la serata dedicata alle cover.

Un placido Sanremo senza scandali, o quasi. Non c’era Celentano in vista con monologhi come nel 2012, o Crozza «fischiato» per l’imitazione di Berlusconi l’anno dopo dalla platea perché ritenuto «troppo politico». Ad infiammare gli animi sono stati solo i timori della vigilia per l’invito a Elton John, «paladino delle unioni gay», che destabilizzasse con la sua presenza il voto sulla Cirinnà. A fare incazzare i Gasparri e i Giovanardi di turno sono state invece le coccarde arcobaleno che molti degli artisti scesi sul palco dell’Ariston hanno sfoggiato su abiti di scena o addobbando l’asta del microfono.

L’unico brivido durante l’esibizione finale delle nuove proposte, per un incidente tecnico nella votazione, lo ha sentito la povera Miele proclamata prima finalista e poi «freddata» dal ribaltamento successivo del verdetto a favore del suo sfidante Francesco Gabbiani. Una kermesse tranquillizzante e anche gli autori dei testi dei brani in gara – che nelle passate edizioni avevano affrontato timidamente questioni sociali, si sono adeguati in una minima variazione del consueto: cuore, amore, cuore.

Con qualche eccezione, come Irene Fornaciari che su un brano musicalmente modesto, Blu, ha provato a raccontare il dramma dei migranti scivolando su rime kitsch: «C’è una donna in riva al mare dipinta di blu. Guarda un punto all’orizzonte mentre il sole va giù. E con la mano saluta i giorni che passano e volano a sud…».

Chi vincerà? Lo meriterebbe Noemi non solo per aver portato una delle poche canzoni convincenti, La borsa di una donna, ma anche per la riproposta con grinta da interprete pura di Dedicato nella serata delle cover. Elegantissima – anche se la performance vocale non è stata all’altezza della sua fama – Patty Pravo e la sua Cieli immensi, di gran mestiere Un giorno mi dirai degli Stadio. Ma alla fine saranno i ragazzi dei talent, forti del televoto, a portarsi a casa il primo posto. E Lorenzo Fragola – Elio e le storie tese «scheggia impazzita» permettendo – con Infinite volte, sembra sulla strada giusta….

Stasera gran finale con i sedici finalisti, compreso il brano ripescato dai cinque eliminati ieri, al giudizio del Televoto. Gli ospiti sono Renato Zero, Giuseppe Fiorello, Cristina D’Avena e Roberto Bolle.